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Capitan Danilo ha incontrato alcuni giovanissimi tifosi della Juve rispondendo a tante loro domande. Ecco le sue risposte.

CONSIGLI AI DIFENSORI - "La cosa più importante secondo me è la comunicazione. Tu portiere, che vedi la partita da dietro, devi sempre parlare e comunicare con i compagni per non lasciare gli avversari liberi".

FIGLI - "Ne ho due, uno si chiama Miguel e ha 8 anni, l'altro Joao ne ha 4. A Miguel non piace molto il calcio ma è bravissimo a giocare alla Play, gli piace leggere e scrivere. Joao invece è tutto il giorno con il pallone, appena finisco l'allenamento mi chiede sempre di giocare e devo fare il portiere per lui".

GLI ERRORI - "La prima cosa è capire che succederanno sempre, è impossibile giocare senza sbagliare. Poi la prima cosa da fare è pensare subito all'azione successiva, così non rimani con l'errore in testa e non sbagli più".

RITI SCARAMANTICI - "Quando entro in campo faccio dei respiri che mi servono anche per alzare la concentrazione: ne faccio 20 veloci, poi mi tocco tre volte la fronte e do un bacio al dito".

ATTACCANTE DIFFICILE DA CONTENERE - "Neymar, mio compagno in Nazionale da tipo 13 anni. Ci siamo affrontati un paio di volte quando giocavo al Real Madrid e lui era al Barcellona, è sempre stato quello più difficile contro cui difendere perchè è troppo forte".

CALCIO FEMMINILE - "Un patrimonio culturale di ogni Paese, molto importante. Sta crescendo sempre di più, mi fa piacere vedere le partite delle ragazze della Juve, conoscere le loro storie perchè fanno tanti sacrifici, hanno lasciato tante cose indietro per diventare calciatrici. Penso che il calcio femminile deve essere sempre più supportato, avere più investimenti perchè è un patrimonio".

PASSIONE PER IL CALCIO - "Penso quando ero ancora nella pancia di mia mamma, non ricordo un momento in cui non ho amato il calcio. Avevo il pallone tutto il giorno, calciavo contro i muri, giocavo con mio papà...".

INFORTUNIO - "Non bisogna pensare troppo in avanti, vivere giorno dopo giorno. Così diventa più leggero".

CORAGGIO IN CAMPO - "Come difensore dico che si deve lavorare sempre sulla concentrazione. Io ho la mia strategia, parlo tanto in campo e quando arrivo a casa non voglio ascoltare la mia voce. Do indicazioni ai compagni e rimango molto concentrato, questo mi aiuta molto".

CAPITANO - "Deve essere al servizio della squadra, quello che è più importante è sempre il compagno, la squadra. Deve essere pronto ad aiutare, a essere un supporto, e in campo deve essere una motivazione. Quando pensi di mollare e vedi la fascia devi pensare che i compagni devono guardarti e avere ancora più speranza, più grinta".

SQUADRA TIFATA DA BAMBINO - "Il Flamengo, in Brasile".

RUOLO - "Quando avevo 10-11 anni andavo in porta. Ero anche bravo ma mi hanno detto che non sarei cresciuto tanto per fare il portiere. Prima mi hanno messo a fare il terzino sinistro, poi facevo anche il mediano e l'attaccante. Ho giocato in tante zone, ma l'importante è saper giocare a calcio, riconoscere gli spazi e i tempi".

MAGLIA NUMERO 6 - "Molto importante per la Juve, la indossava Scirea che è stato un grande capitano. Poi è una maglia che può indossare un difensore, un centrocampista, un difensore esterno, che è un po' quello che faccio io".

DOPO IL RITIRO - "Bisogna prepararsi prima, io sicuramente voglio andare in università per studiare psicologia, poi voglio aiutare i bambini nel calcio. E forse posso fare anche l'allenatore".

PORTIERE A CUI NON HA MAI SEGNATO - "Tanti, io non segno molto (ride, ndr.)".

SCELTA DEL RUOLO DI DIFENSORE - "I difensori centrali sono quelli che hanno il pallone più volte tra i piedi, a me piace iniziare il gioco, guidare la squadra".

PRIMA PARTITA IN ITALIA - "Bellissima, sono entrato con il Napoli e dopo 11 secondi ho segnato".

FASCIA DA CAPITANO - "Sono orgoglioso, molto motivato e sento la responsabilità perchè ti guardano da tutto il mondo, sei il capitano della Juventus".