SOLO LAMPI - Alternativamente, i due hanno anche fornito buone prestazioni: il brasiliano è sempre stato sacrificabile per Allegri ed era pronto a partire già a gennaio, prima he la cessione di Bentancur cambiasse le carte in tavola. Alla fine Arthur è rimasto e complici gli infortuni dei compagni ha trovato una certa continuità, ma non ha mai dato la sensazione di sapersi prendere il centrocampo. Qualche lampo, poco più, come del resto il collega Rabiot: "Gioca meglio in un centrocampo a due, ha più spazio e più campo da aggredire con la sua fisicità", dice Allegri del francese, non facendo che alimentare l'equivoco tattico visto che lo stesso allenatore gioca molto più spesso a tre. Rabiot è stato praticamente nullo in zona gol e assist, ma ha messo insieme alcune buone uscite da un punto di vista di intensità e recuperi. Troppo poco, però, per prendersi la Juventus.
LE DIREZIONI DEL MERCATO - Ecco allora la girandola di nomi, tra suggestioni e obiettivi concreti. Ma con una domanda sottintesa: cosa ha in mente Allegri? Un centrocampo più fisico, con delega della fantasia su altri profili - magari più avanzati - oppure un cervello con il quale accendere un gioco fin qui abbastanza spento e prevedibile? Che siano parallele o destinate a incontrarsi, le direzioni portano a nomi come Jorginho e Milinkovic-Savic. Ma la lista è lunga e nel corso dei mesi ha compreso profili come Pogba, de Jong, Tielemans, Renato Sanches, Gravenberch, Frattesi. Alla fine, forse, ne resterà solo uno. In attesa di capire la direzione e chi - tra Arthur e Rabiot - alla fine meriterà una riconferma.