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A quale delle categorie tanto care a Massimiliano Allegri appartiene il Fideo? Forse a quella dei top player? No, non basta. Angel Di Maria è qualcosa di più, è un'entità superiore, di fronte alla quale non resta altro da fare che inchinarsi. Perché a 34 anni l'argentino è ancora capace di fare magie come pochi altri, di disegnare calcio come solo una divinità sportiva sa fare, di illuminare d'immenso un'intera squadra e trasformare in oro tutto ciò che tocca. Ahh come gioca Di Maria... Ed è pure a mezzo servizio, o comunque non ancora al 100%, dopo l'infortunio accusato all'esordio in bianconero e le successive ricadute, che finora ne hanno limitato parecchio l'impiego.

La sua prestazione contro il Maccabi Haifa è stata letteralmente sublime, con tre assist che avrebbero anche potuto diventare cinque o sei, se solo i suoi compagni fossero stati altrettanto implacabili. Inutile pensare dove sarebbe stata ora la Juve se avesse potuto contare su di lui per tutti (o quasi) gli impegni affrontati finora. Meglio guardare avanti, a ciò che potrà essere ora che il Fideo c'è (Milan a parte, per quella maledetta espulsione rimediata contro il Monza). Con lui, presto, ci saranno anche Paul Pogba e Federico Chiesa, e allora sì che ci sarà davvero da divertirsi. Ma intanto basta Angel, vero poeta del calcio, da ammirare e ammirare per riempirsi gli occhi di bellezza, una bellezza proveniente da un altro pianeta ma già impregnata di juventinità. Necessaria come non mai per sognare, per crederci fino alla fine.