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La Juventus si trova ora in una posizione di classifica privilegiata dopo appena dieci turni di campionato. Questo fatto è da considerarsi di notevole rilievo, soprattutto se si ricorda che l'ultima volta che la squadra bianconera ha dominato stabilmente la classifica è stato all'inizio di agosto 2020, durante lo scudetto di Maurizio Sarri, che ha segnato la conclusione di un'incredibile serie di nove vittorie consecutive. Tuttavia, il ritorno in cima dopo poco più di tre anni, nonostante gli ostacoli che si sono presentati lungo il cammino, inclusi errori di gestione interna e fattori esterni sfavorevoli, non dovrebbe essere considerato come un obiettivo raggiunto definitivamente, ma piuttosto come un passo in una lunga rincorsa. Massimiliano Allegri sottolinea questo punto con chiarezza: "Essere in testa? Non simboleggerebbe necessariamente qualcosa... Nessuno sta rifiutando l'idea di uno scudetto".

IL RUOLO DI MAX - Allegri mostra scarso interesse per l'aspetto glamour e coinvolgente della narrazione attorno al futuro della Juventus nel breve termine: il suo focus è sul lavoro di costruzione e sviluppo del gruppo. Questo impegno si riflette nell'abnegazione e nel supporto reciproco dei giocatori in campo, con risultati che smontano nuovamente stereotipi consolidati, come l'idea che Allegri sia più adatto a gestire campioni anziché giovani talenti: "Le differenze rispetto all'anno scorso? Abbiamo due squadre diverse. L'anno scorso avevamo molti giocatori esperti, con esperienza in grandi club. Adesso non ce ne sono, ma abbiamo giovani che si stanno mettendo a disposizione. Gli obiettivi sono gli stessi, ma i gruppi sono diversi: dobbiamo ottenere il massimo dai giocatori che abbiamo."