Così è avvenuto e sta avvenendo per la Juventus. La trasmissione “Report” della Rai, è l'ampia dimostrazione, grazie al sacro principio del “Diritto di Cronaca”, che si vuole alimentare a dismisura quel “consenso popolare” colpevolista per spingere i tribunali (sportivi e non) in una certa direzione. Non illudiamoci: i giudici, nessun giudice è impermeabile. La sentono, e come, la pressione della piazza. Da noi come in altri Paesi. Ricordate O. J. Simpson, accusato dell'omicidio della moglie e in pratica colto con la “pistola fumante” (in verità il coltello grondante)? Fu assolto. Il processo aveva assunto una colorazione politica, dovuta (scusate il gioco di parole) al colore della pelle dell' imputato. L'intera comunità nera d'America era in allarme. La giuria era in assoluta maggioranza, afroamericana e la strategia della difesa si mosse lungo il filo della discriminazione razziale. Nel processo civile (con una giuria composta in maggioranza di asiatico-americani), invece, Simpson fu giudicato colpevole di omicidio.
Nel caso della Juventus, i colori delle maglie non aiutano. Anzi. L'opinione pubblica e la stragrande parte dei tifosi è, in prevalenza, colpevolista al punto tale da recitare, sovente, l'assioma: “Se la Juventus non viene condannata ha vinto la mafia, ha vinto il potere”. Viceversa con almeno 30 punti di penalizzazione o la retrocessione o addirittura la radiazione, “la giustizia ha trionfato”. Non è detto che le previsioni meteorologiche ci azzecchino sempre, che le nubi all'orizzonte portino necessariamente pioggia, ma questo è il clima, alla vigilia delle prime decisioni di rinvio a giudizio o meno della Juventus, che si respira.