La seconda buona notizia è la vittoria di ieri sera e la relativa conquista della Coppa Italia. La Juve era sfavorita; questo, forse, le ha giovato. Ha saputo soffrire, subire, ripartire e mettere in mostra quel carattere e quella determinazione, quest’anno troppo latitanti. Nonostante che più di mezza Italia tifasse Atalanta, nonostante una televisione di Stato apertamente schierata per i bergamaschi (“perché se lo meritano…perché hanno fatto stagioni straordinarie…perché giocano un calcio stellare”) che ha focalizzato metà della trasmissione sul “rigore non dato a Pessina” e ha tralasciato il calcio di Romero in area a Chiesa, assai più evidente, nonostante l’amaro ingoiato dai telecronisti, nonostante i soliti sospetti insomma, la Juventus “cinica, fortunata, aiutata ecc.” ha vinto con pieno merito. Basta questo per risollevare una stagione mediocre? No, non basta. E basterebbe l’agognato, bramato quarto posto in Campionato? No, nemmeno quello. Sono delle buone medicazioni, ma le ferite restano.
Ripetiamo: stagione mediocre, non fallimentare. L’uscita col Porto, la classifica, le sconfitte con Benevento e Fiorentina, gli stessi errori troppo ripetuti, rimangono episodi emblematici. Pirlo, a nostro avviso, resta ancora una scommessa, ma a questa rosa non servirebbero nemmeno Zidane o Guardiola: non si fanno le nozze con i fichi secchi.