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Il calcio si ferma, come è giusto che sia. Perché di fronte a una tale emergenza non è possibile fare altrimenti, perché andare avanti vorrebbe dire mettere in pericolo tutti gli addetti ai lavori e non solo, dallo staff all'allenatore, dai calciatori alle loro famiglie. Allora bisogna fare un passo indietro e fermarsi, specialmente ora che un caso di positività è stato riscontrato proprio all'interno dello spogliatoio bianconero. Daniele Rugani, pur asintomatico, è risultato positivo al coronavirus e non è certamente il primo calciatore (solo in Serie A) al mondo, né sarà l'ultimo, come la logica impone di pensare. E così, in attesa della decisione ufficiale della Uefa su Champions ed Europa League (si va verso la sospensione anche qui), Liga e Serie A hanno detto stop, arrivederci ad aprile, se le cose saranno migliorate. Un dubbio da mantenere che dipenderà dallo sviluppo della situazione italiana, europea e mondiale, che lascia anche il calcio nel caos. 

JUVE - Cosa succede alla Juve? Il caso Rugani, come tutta l'emergenza coronavirus, avrà senza dubbio una ricaduta anche sulla stagione dei bianconeri, che ora affronteranno due settimane di quarantena, qualcuno anche al J-Hotel. La Juventus, se tutto procede per il meglio, potrà tornare ad allenarsi non prima del 25 marzo, rimandando a data da destinarsi il ritorno degli ottavi di Champions League contro il Lione, in programma martedì 17. Ma dopo due settimane di stop appare difficile pensare che la squadra possa scendere in campo pronta già nel weekend indicato come data di ripresa del campionato, il 4-5 aprile. Difficile, anzi quasi impossibile. Giorno per giorno si saprà di più, ma stagione e calendario sono e saranno da rivoluzionare totalmente.