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La Spada di Damocle sta ancora lì: pende sulle spalle della Juventus, ne condiziona le strategie. È la decisione dell’Uefa su un’eventuale squalifica dalle competizioni nella prossima stagione: tradotto, niente Conference League. Il tutto, però, adesso, come riporta la Gazzetta dello Sport, si è trasformato in una vera e propria corsa contro il tempo di cui la dirigenza bianconera non può essere altro che ansiosa spettatrice: “I giudici stanno analizzando le carte e devono fare in fretta, altrimenti non ci saranno i tempi tecnici per un eventuale appello al Tas e tutto sarà rinviato al 2024-25, complicando non poco i progetti a lunga scadenza della Juve. Una cosa, infatti, sarebbe perdere la Conference, un’altra affrontare una squalifica più “punitiva” l’anno dopo, magari dopo essersi qualificati per la Champions. Naturalmente l’obiettivo dell’Uefa è finire in tempo e chiudere questo capitolo infinito”.
 
La data cerchiata in rosso sul calendario è quella di venerdì 14 luglio: se la sentenza della camera di controllo del Fai Play arrivasse oltre quel giorno, non ci sarebbero più i tempi tecnici per un eventuale ricorso al Tas. A raccontare lo stato dell’arte, ad oggi, è sempre la Rosea: “Si sapeva che la causa sarebbe stata lunga e complicata. Migliaia di pagine da tradurre, leggere, studiare, analizzare. Un “settlement” appena firmato dai bianconeri a fine 2022, una sanzione di 23 milioni ridotta a 3, l’obbligo di rispettare ogni anno alcuni parametri. Poi le inchieste su plusvalenze e stipendi che hanno cambiato lo scenario. Il “settlement” è in bilico perché di solito, quando è applicata una sanzione, viene interrotto oppure rivisto. Il relatore del panel, Helmut Schwärzler (Lussemburgo), ha finito il suo lavoro e depositato il documento. Il panel ha altri cinque giudici: il presidente è l’americano Gulati, la vice è la slovena Bosniak, quindi lo spagnolo Beltran, l’inglese Bolingbroke e il tedesco Franck (l’italiano Di Siena, per ovvie ragioni di conflitto di interessi, non può partecipare). Le riunioni si svolgono ormai in remoto”.