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I riflettori, giustamente, si sono accesi con più forza su altri protagonisti, Dusan Vlahovic, Federico Chiesa e Andrea Cambiaso su tutti. Ma una menzione la merita pure lui, sia anche per il solo fatto che è finito sul tabellino alla voce "marcatori". Adrien Rabiot è ripartito da dove si era fermato, ovvero da un altro gol - quello che alla Dacia Arena ha chiuso definitivamente i conti con l'Udinese - che ha riannodato il filo con la stagione appena scorsa, che gli aveva lasciato in dote undici reti e la fama di un bomber aggiunto per Massimiliano Allegri.

Lo ha fatto di testa, questa volta, sfruttando un cross perfetto di Andrea Cambiaso e mettendo la ciliegina sulla torta di un primo tempo che la Juve ha giocato ai limiti della perfezione, come non succedeva da tempo. E chiarendo una volta per tutte i motivi per cui il tecnico livornese lo ha voluto con sè a tutti i costi per quella che si spera possa essere la stagione della rinascita bianconera, con il ritorno alla vittoria e ai fasti di un tempo: anche alla Dacia Arena il centrocampista francese, che a sorpresa ha rinnovato fino a giugno 2024 dimostrando un sincero attaccamento alla maglia, si è rivelato come sempre prezioso e affidabile nel suo ruolo, oltre che utile in zona offensiva con il guizzo che ha portato allo 0-3 finale. 

Insomma, la sensazione a caldo è che la scelta del club di continuare a puntare sull'affidabile Rabiot, con la sua leadership e la sua esperienza, sia stata azzeccata. Così come, guardandola dal lato opposto, che la volontà del Duca di credere ancora nella Juve possa regalargli grandi soddisfazioni. La prima è stata più che buona, anche per lui.