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Niente, nemmeno stavolta. Al di là del dibattito se sia giusto tutelare il ragazzo per non bruciarlo o se invece bisogna svellere la paura italiana di lanciare i giovani e vada schierato dal 1', Nicolò Fagioli a Verona partirà dalla panchina. A scanso di sorprese, sempre possibili finché le formazioni sono solo probabili e non ufficiali, la cabina di regia della Juventus sarà ancora affidata a Rodrigo Bentancur. Una scelta, quella di Andrea Pirlo, che alla luce delle ultime prestazioni dell'uruguayano non fa dormire sogni troppo tranquilli ai tifosi bianconeri.

LA GRAN DIFFERENZA - Ma rispetto a quanto messo in mostra tatticamente dalla Juve durante tutta questa stagione, l'emergenza uomini sta inducendo Pirlo a varare un puro 3-5-2 per il Bentegodi. A centrocampo, quindi, non più un tandem, ma un trio. Bentancur, quindi, lasciato meno solo: regista sì, ma con due mezzali (molto probabilmente Rabiot e Ramsey) ad agire accanto a lui. E una costruzione dal basso che potrà passare non solo dai suoi piedi, ma anche da quelli del giovane veterano De Ligt.

LA SPERANZA - Se il problema sanguinoso emerso durante questa stagione, culminato con l'orrore di Oporto, è che senza Arthur non c'è un playmaker vero (Fagioli a parte) e che Bentancur l'incombenza di tale delicato ruolo non la regge, è anche vero che il buon Rodrigo, col differente modulo che si prospetta stasera, potrà essere più protetto. E quindi, potrebbe interpretare la regia con maggior sicurezza rispetto alla fragilità tecnica e mentale palesata quest'anno.

CHISSÀ - Magari davvero una scelta di modulo propiziata dalla necessità di sopperire a numerose assenze potrebbe costituire una valida alternativa tattica, per far sentire più a suo agio Bentancur e i compagni attorno a lui. Per una Juve che può diventare ancora più liquida, non solo come slogan ma come duttilità e capacità di adattamento alle caratteristiche dei giocatori a disposizione.