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Tiene banco ancora, tredici anni dopo, la sentenza sui due Scudetti revocati alla Juventus in ambito dell'operazione Calciopoli. L'estate del 2006, che sancì l'Italia campione del Mondo ed i bianconeri in Serie B per la prima ed unica volta nella loro storia, ruba ancora la scena, con Agnelli e la società intenti a portare avanti la loro battaglia in tribunale. Al centro dell'attenzione, ci sarebbe proprio l'assegnazione dello Scudetto 2005-2006, che a differenza del precedente "non assegnato", è stato invece intitolato all'Inter. Come si legge su Il Corriere dello Sport, la Juventus chiede infatti "dichiarare non assegnato il titolo" e di annullare la decisione della Corte Federale del 2011 di "reiezione" della "istanza di revoca in autotutela" presentata dalla Juve stessa nel 2010. 

DERBY D'ITALIA - Nella settimana che porta alla sfida contro l'Inter, la miccia si accende repentina e terà sicuramente banco nelle prossime giornate, superato il turno di Champions League. Dal punto di vista della giustizia ordinaria, la Cassazione ha chiuso il caso nel 2018, confermando lo Scudetto sul petto dei nerazzurri: quel che più preme ad Agnelli però, come si legge su Tuttosport, non sarebbe tanto un attacco all'Inter, quanto a chi avrebbe deciso di prendere questa direzione. Da Guido Rossi, primo a decidere per l'assegnazione ai nerazzurri, passando per Giancarlo Abete, che negli anni successivi non volle riaprire il fascicolo pur in presenza di nuove intercettazioni e della relazione di Andrea Palazzi che gettava ombra anche sui comportamenti dell'Inter. Una sfida ancora aperta, insomma, con il flipper giuridico che non sembra voler trovare la parola fine