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Altro che Vecchia Signora... Come racconta La Gazzetta dello Sport, la Juve che è scesa in campo domenica contro l'Udinese all'esordio in Serie A è risultata la più giovane dal 2019 a oggi, con un'età media di 25 anni e 227 giorni rispetto ai 28 e 339 dell'ultima formazione capace di conquistare lo scudetto, con Maurizio Sarri. Nessuna big ha fatto meglio, solo il Milan si è avvicinato con 27 e 143. L'indicazione è evidente: il club vuole sfruttare tutto il potenziale del bacino Next Gen, mentre Massimiliano Allegri cerca intensità e freschezza per far correre la squadra e tenere alti i ritmi, due cose che i più "esperti" possono garantirgli meno.

Una scelta quindi ben consapevole, quella del tecnico, non dettata da situazioni sporadiche legate alla contingenza (infortuni o necessità particolari) come successo per esempio nel 2019, quando la Juve affrontò la Spal con una squadra da 24 anni e 182 giorni di media per preservare i titolari per l'Europa con lo scudetto praticamente già in tasca. E non è un caso nemmeno il fatto che gli unici due innesti bianconeri di questa sessione di mercato - Timothy Weah e Andrea Cambiaso - siano nati nel 2000, così come che alla Dacia Arena sia stato dato spazio in campo dal primo minuto a un Fabio Miretti anzichè a un Weston McKennie e poi, nella ripresa, che Samuel Iling-Junior sia stato preferito a Filip Kostic, mentre nel finale faceva il suo debutto il classe 2005 Kenan Yildiz. Del resto Allegri era stato chiaro: "Non deve passare il messaggio che i giovani devono giocare per forza: se sono bravi giocano, altrimenti no". Ed evidentemente la Juve di giovani brillanti, freschi e dinamici, spregiudicati e famelici, ne ha in abbondanza.