3
Male, bene (o benino), di nuovo male. Niente, quest'anno sembra proprio che alcuni giocatori della Juventus non ne vogliano sapere di trovare una positiva continuità di rendimento, nè di mettere in mostra ciò che di buono avevano offerto nella scorsa stagione. Un doppio esempio di questo assunto è la coppia McKennie-Kulusevski, due con cui la "cura allegriana" pare non aver funzionato. 
Partiamo dal primo. Per lo statunitense, a voler essere precisi, vale più la seconda parte della frase, rispetto alla prima, se è vero che in questa prima - ma ormai indicativa - frazione di campionato è quasi sempre apparso come la copia sbiadita del Weston osservato ai tempi di Andrea Pirlo, quando aveva fatto della capacità di inserimento in area la sua dote migliore: scarso dinamismo, tanti errori, pochi spunti offensivi e soprattutto uno zero assoluto alla voce gol, nonostante Allegri in estate lo avesse spronato proprio in questo senso, quasi certo che avrebbe segnato "dieci reti". Nel Derby d'Italia contro l'Inter McKennie ha rimediato l'ennesima bocciatura, un 5 secco ed eloquente più di ogni parola a raccontare le sue corse a vuoto, la sua fatica nel completare anche i passaggi più elementari. Tornerà quello di una volta? O finirà davvero sul mercato? Sarà il tempo a dirlo, tempo che però il classe 1998 non può più perdere. 
Intanto, si può dire che è in "buona" compagnia. Il big match di domenica sera è stato un altro flop anche per Kulusevski, a cui Allegri aveva scelto di dare fiducia dal primo minuto "perchè serviva un giocatore più fisico rispetto a Chiesa", forse anche confortato dal fatto che era stato proprio lui, con un colpo di testa da cecchino, a decidere l'importante sfida di Champions League in casa dello Zenit. La scommessa, però, non ha premiato: i 65 minuti da titolare dello svedese si sono conclusi con pochi, pochissimi spunti, offrendo l'immagine di un giocatore ancora confuso, quasi spaurito, perso tra le linee che avrebbe dovuto rompere, come nei mesi scorsi aveva dimostrato di saper fare. Al passo avanti della partita europea, insomma, ha fatto subito seguito un passo indietro, dal 6.5 in pagella si è ripiombati su un altro 5, che con buona probabilità lo manderà di nuovo in panchina nelle prossime uscite della squadra. A quando la promozione definitiva?