DI alibi, questa volta, ce ne sono a volontà. Quella che si è presentata al Mapei Stadium era una Juventus incerottata, con gli uomini contati e con alcuni elementi scesi in campo che hanno dovuto stringere i denti, per riuscire a dare una mano ai compagni. Di alibi, nel corso della stagione, ce ne sono stati parecchi: su tutti, il brutto infortunio di Chiesa o quello di McKennie, a cui si aggiungono i tantissimi problemi fisici che hanno riempito l’infermeria e svuotato le liste dei convocati. Alibi, li chiamiamo così. Ma sarebbe erroneo limitarsi a questo; dalle parti della Continassa le valutazioni sono già in atto, verranno approfondite a fine stagione: qualcosa, nello staff del tecnico livornese, cambierà, perché così non si può andare avanti.
Come detto, la partita contro il Sassuolo è stata l’esaltazione del pragmatismo. Ma è stata anche fortuna ed episodi che sono girati bene. Di sicuro, non è stata una partita giocata bene dalla Juventus. Valgono gli alibi di cui sopra, anche se Allegri non ne cerca, ma così non può bastare. Una squadra piatta, senza spunti, con poca, pochissima, fantasia e idee di gioco. Si potrebbe soprassedere, perché “a 4 giornate dalla fine conta solo vincere”, però, quello che preoccupa maggiormente è che quello a si è assistito è stato un leitmotiv della stagione. La Juventus non ha (quasi) mai brillato, ha spesso sofferto l’avversario, al di là della caratura, ha difeso e faticato a costruire in fase offensiva. Al tramonto della stagione, più dubbi che certezze. Una, però, c’è: se la Vecchia Signora vuole tornare vincente, bisognerà cambiare marcia, dal punto di vista della proposta di gioco.