PROMOSSI - Seguendo su Instagram le avventure torinesi di Matthijs de Ligt, capita spesso, di trovare tra le foto postate un manuale di italiano. Per il centrale olandese e per la fidanzata Annekee Molenaar, l'impegno con lo studio è stato preso seriamente, per questo ogni occasione è valida per un ripasso. Indispensabile, se si pensa al ruolo che ricopre De Ligt nella Juventus: la difesa si fonda anche sulla comunicazione e coordinare linguisticamente un polacco, un olandese, due brasiliani e tre italiani risulta essere fondamentale, piuttosto che complicato. Discorso che riguarda anche il centrocampo, seppur con le dovute proporzioni. Aaron Ramsey preferisce far parlare i piedi, ma già dalla sua prima e unica conferenza stampa ha fatto subito chiarezza: "Sto studiando per migliorare il mio italiano" ha detto il gallese, fermandosi subito per evitare brutte figure (De Boer all'Inter, per chi ricorda).
BOCCIATI - Detto precedentemente della difesa, la cura Juventus è servita a Sczcesny che, dopo i primi due anni a Roma senza una parola in italiano, ha cominciato la sua avventura a Torino mostrando grandi segnali di miglioramento. È lento, o pigro forse, l'apprendimento di Mario Mandzukic: le popolazioni balcaniche hanno una propensione naturale verso le lingue straniere, ma sono anche piuttosto pigri - stereotipo, ma non del tutto falso. Eppure, ragioni o torti, Mandzukic non ha mai convinto all'esame d'italiano e, nel caso non partisse, potrebbe essere un buon proposito con cui iniziare la nuova stagione. Proposito che porta con sé anche Merih Demiral: dal primo appuntamento con i giornalisti, c'è stato bisogno dell'interprete, ma la speranza è che non serva sul campo. La tradizione turca in Italia non porta fortuna (Calhanoglu e Under docet), ma se Demiral è il primo turco della storia bianconera, potrà anche essere il primo turco ad imparare l'italiano: in tempi brevi, s'intenda.