VIZIATI - Intanto bisogna relativizzare. L’era Agnelli aveva assicurato, anzi abituato, ad uno scudetto all’ anno per 9 anni di seguito, con aggiunta di coppe e supercoppe. Non sono molte le società nel mondo a “viziare” così i propri tifosi. Se non vinci un campionato l’anno è buio? Forse umbratile e magari dipende dal fatto che nel precedente decennio hai abbagliato tutti, almeno in Italia. Quest’anno, poi, per Barcellona, Real, Liverpool, PSG si dovrebbe parlare di fallimento, visti i risultati?
L'ENIGMA - Siamo tra quelli che non ritengono la rosa degli ultimi tre-quattro anni il massimo, soprattutto a livello europeo. Anzi, negli ultimi due anni la squadra s’è indebolita a centrocampo e la difesa è invecchiata, anche se conta De Ligt, e l’attacco s’è arricchito assai con Chiesa. Più che Rabiot, Ramsey, McKennie, Bentancur, Arthur, è Kulusevski ad essere ancora un enigma etichettato sotto la formula ambigua dell’ “altissimo potenziale”.
LA NOTIZIA - E’ sempre comunque la Juve a fare notizia. Ci aspetteremmo, invece, le note positive sull’Inter, fresca vincitrice dello scudetto, sul Milan rilanciato da Pioli, su Spalletti, grande allenatore a Napoli o sulla star Mourinho, che appare perfetto, per temperamento, alla Roma. E che dire della Lazio del profeta del bel gioco Sarri? Invece no. E’ la Juve (quella dell’anno scorso) che non va. Sulle altre, silenzio o quasi.
FARI SPENTI - Forse partire a fari spenti senza i favori del pronostico è un vantaggio. Tre, quattro anni addietro dichiarare che in Champions bisogna arrivare agli ottavi - come ha fatto l’altro giorno Allegri - sarebbe stata una bestemmia. Oggi nessuno ha fiatato, perché gli schiaffi recenti bruciano ancora. Ma si tratta di sberle, non di montanti da knock down. Quelli, per una decina d’anni, li hanno presi altre squadre.