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28 ottobre 2015, 10^ giornata della Serie A 2015-2016, Mapei Stadium, Sassuolo batte Juventus 1-0 grazie a una gran punizione di Sansone. È il momento che cambia una stagione. Dalla partita successiva, un derby di Torino vinto grazie a un gol di Cuadrado allo scadere, partirà un magico filotto bianconero che porterà la squadra di Max Allegri a vincere un altro scudetto compiendo una rimonta eccezionale, addirittura dalla parte destra della classifica.

STOP AL TEMPO - Ma concentriamoci su ciò che era avvenuto prima di quella serata a Reggio Emilia. Il ruolino della Juve in quell'inizio di campionato contava appena 3 vittorie, altrettanti pareggi e per il resto sconfitte. Ancora peggio dell'attuale momento bianconero sotto la guida di Pirlo. Dopo 4 anni di scudetti culminati con la finale di Champions (persa col Barcellona) al primo anno di Allegri post-Conte, si pensava fosse giunto un anno di transizione per la Vecchia Signora. Invece, il ritorno degli infortunati, il sapiente lavoro tattico del mister e la riscossa guidata dai senatori trasformarono quella stagione in un'altra annata vincente.

LA GRAN DIFFERENZA - La stagione 2015-2016 aveva portato con sé un enorme rinnovamento della rosa, ancor più corposo di quello attuale. Erano partiti Llorente, Tevez, Vidal e proprio Pirlo, ed erano arrivati Cuadrado, Khedira, Alex Sandro, Mandzukic e Dybala. Tuttavia c'era una continuità nella guida tecnica. Oggi invece c'è un allenatore esordiente e i nuovi acquisti sono più giovani rispetto a quelli dell'epoca. Quindi potrebbe essere più laborioso e meno scontato il processo di maturazione che possa portare alla sterzata definitiva. In compenso, qua c'è da recuperare da un quinto posto in classifica, non da un dodicesimo.

IL NODO COMUNE - Allegri si trovò a fronteggiare la difficoltà nel trovare un assetto tattico funzionale, e la società fu sommersa di critiche per il mercato, rea soprattutto di aver lasciato il centrocampo senza la qualità necessaria (qua vi spiegammo come sopperì alla mancanza di un regista). Qualcosa di simile a quanto stiamo vivendo oggi. Dopo gli esperimenti con la difesa a 4, si affidò alle certezze di quella a 3. Analogamente, ma spostandoci di reparto, Pirlo a fari spenti sta limitando le scorribande tattiche delle prime gare e sta rinforzando il centrocampo con 3 uomini più vicini tra loro anziché i due mediani.

SPERANZA - Inoltre, la rosa di 5 anni fa fu falcidiata da numerose assenze in apertura di stagione, un po' come avvenuto finora. Sperando quindi che dopo la pausa-nazionali si possa cambiare finalmente registro coi rientri, e che il Maestro, aiutato da uno spogliatoio sì "baby" ma ancora ricco di leader (un'altra gran differenza rispetto ad allora è che Pirlo oggi ha Ronaldo) tragga consiglio per correggere gli errori, il "miracolo" rimane ampiamente alla portata.