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Cambiare, sempre. Massimiliano Allegri ruota ancora una volta i suoi giocatori, del resto, al contrario di altri tecnici, non si è mai fatto problemi a modificare e a innovare, giocando spessissimo tre partite in sette giorni. Ma il trasformismo si è fatto ancora più forte da quando è tornato alla Juventus: Allegri non ha mai la stessa squadra due volte di fila, in 99 partite abbiamo visto 99 Signore differenti. E anche stasera, a Bologna, la formazione sarà diversa dall'ultima volta. E così saranno 100. Centro squadre diverse nell'Allegri-bis, proprio oggi che la Juve vuole ritrovare la vittoria dopo un aprile molto diverso dalle attese e anche sportivamente complesso (2 vittorie su 8 partite tra campionato, Europa League e Coppa Italia).

Rispetto alla semifinale di Coppa Italia con l’Inter sono previsti 6 cambi. Da Szczesny a Gatti, da Fagioli a Milik fino a Cuadrado e Danilo, sottolinea la Gazzetta, che però spiega anche: "Novità però non fa rima con continuità e i risultati del secondo biennio di Max raccontano di una squadra in crisi di identità, che non ha ancora trovato una personalità ben definita. Una confusione di moduli, uomini e idee che inevitabilmente influisce anche sul rendimento. È vero che sono lontani i tempi in cui si poteva recitare la formazione della propria squadra del cuore a memoria, perché tanto i giocatori erano sempre quelli, ma passare da un eccesso all’altro può rivelarsi controproducente, perché troppi cambiamenti disorientano anche i giocatori, che in più di un’occasione hanno dimostrato di non avere punti di riferimento a cui aggrapparsi nelle difficoltà".