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"Certi investimenti si ripagano solo giocando per la vittoria di uno Scudetto o di una Champions", così Luciano Spalletti aveva parlato alla vigilia di Napoli-Juventus mandando una frecciatina a Massimiliano Allegri e alla Juventus. E in effetti, come evidenziato dalla Gazzetta dello Sport, le spese dei bianconeri negli ultimi tre anni non rispecchiano i risultati sul campo. Dal 2020, ovvero dall'insediamento di Pirlo, il club ha investito 425 milioni sul mercato, troppi per una Supercoppa e una Coppa Italia fin qui. 

Investimenti spesso per giovani come Chiesa, Kulusevski e Mckennie ma anche in operazioni come quella  di Arthur con il Barcellona pagato 72 milioni con Pjanic che ha fatto il percorso inverso. L'ultima spesa importante, a livello di cartellino, è quella per Bremer, arrivato dal Toro per oltre 40 milioni più bonus, senza dimenticare ovviamente l'acquisto di Vlahovic un anno fa e quelli precedenti di Kean e Locatelli per un totale tra i due superiore a 70 milioni. 

Dall'altra parte è giusto però ricordare anche come non sono mancate le cessioni importanti, a livello di monte stipendi, come l'addio di Cristiano Ronaldo e di cartellino, come ad esempio la cessione di De Ligt per circa 70 milioni. A gennaio 2022, l'ingresso di Vlahovic era conseguenza anche degli addii di Bentancur e Kulusevski. Resta però che in proporzione a Napoli e Milan, quest'ultima campione d'Italia mentre gli azzurri super favoriti per il prossimo scudetto, qualcosa non torna.