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Dici Vladimir Jugovic e la mente va subito alla vittoria della Champions 1995-96. Alla Gazzetta, l'ex bianconero racconta Kostic, così: "Lo conosco da quando aveva 17 anni e giocava al Radnicki, un piccolo club della Serbia centrale… Andò via che era ancora molto giovane, al Groningen in Olanda, prima di arrivare in Germania dove è ancora adesso. Non ha avuto un percorso facile, allo Stoccarda e all’Amburgo ha dovuto pure affrontare due retrocessioni, ma che non fosse un giocatore normale noi serbi lo sappiamo da quando nel 2014 estromesse la Spagna dall’Europeo Under 21. Kostic segnò il gol decisivo. È un esterno in grado di giocare in tutte le posizioni a sinistra. Il suo calcio è un po’ lineare, ma affidabile. Ha grande corsa e un piede mancino micidiale. Il suo forte sono i cross dalla fascia e, arrivasse alla Juve, soprattutto Vlahovic potrebbe giovarsi dei suoi assist".

PIU' TEMPO - "Non ha solo vinto la coppa, ma è stato il miglior giocatore di tutto il torneo. Ci ha messo più tempo, forse anche perché non è arrivato in Italia: gli sarebbe servito per maturare prima tatticamente".

KRASIC - "C’è una differenza sostanziale: Kostic ha imparato a fare anche la fase difensiva, tanto che all’Eintracht ha fatto spesso il laterale a tutta fascia. Krasic, invece, andò in crisi in bianconero quando gli fu chiesto di non pensare solo ad attaccare…".