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Nella storia della Juventus, i grandi cicli bianconeri sono sempre stati caratterizzati da un’ossatura italiana di grande spessore.

Negli ultimi anni però, causa anche l’indebolimento complessivo del calcio tricolore, questa tradizione è venuta meno.
Addirittura la stagione scorsa si è toccato il punto più basso con meno di dieci giocatori italiani in rosa, cosa mai successa prima.
Quest’anno la dirigenza bianconera sembra aver intrapreso però una strada precisa invece per rideterminare il senso di appartenenza nostrano.

Agli ultimi reduci della BBC in rosa, Barzagli e Chiellini, si stanno via via aggiungendo Caldara, Spinazzola, Darmian e Perin che sommandosi anche a De Sciglio e Rugani fanno si che la prossima difesa della Juventus sarà per la stragrande maggioranza composta da calciatori azzurri.

A centrocampo aMarchisio e Sturaro, per ora ancora in rosa, si potrebbe aggiungere il possibile rientro di Mandragora e forse l’acquisto di Pellegrini dalla Roma. 

Davanti invece, per ora, è il solo Bernardeschi a portare in alto la bandiera tricolore nostrana, con Federico Chiesa come possibile crack estivo.

E’ giusto tornare a scommettere in maniera così decisa e importante sul calcio italiano in questo momento di assoluta mediocrità?
La verità come sempre sta nel mezzo.


Bene se si decide di puntare fino in fondo su talenti dal futuro radioso come Chiesa, replicando l’operazione Bernardeschi dell’anno passato.
Quando invece si decide di puntare sui De Sciglio o sui Darmian bisogna invece esser si consapevoli della loro buona duttilità ma anche del fatto che per puntare in alto in Europa servirebbe ben altro.

D'altronde, se il calcio italiano è al suo minimo storico un motivo ci sarà pure, no?