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L'ex difensore della Juventus, Mark Iuliano ha parlato in una lunga intervista sul canale del giornalista Nicolò Schira. Ecco le principali dichiarazioni rilasciate dall’ex Juve e della Nazionale italiana: "Juve?Essere chiamato dai Campioni d’Europa in carica fu un sogno ad occhi aperti. Non potevo dire di no, visto che fin da bambino ero juventino fino al midollo. Ero tifosissimo e malato per i colori bianconeri. Il salto da Salerno a Torino non fu facile almeno inizialmente, trovai però un gruppo di grandi uomini e campioni che mi aiutò tantissimo a farmi sentire parte di loro. Giocare 10 anni nella mia squadra del cuore è stato qualcosa di eccezionale. Anni meravigliosi in cui sono riuscito a Vincere quasi tutto, peccato solo per la Champions League che mi è sfuggita tre volte in finale. Il primo anno fu leggendario: scudetto, Supercoppa europea e Intercontinentale”.

SPOGLIATOIO - “Era pieno di campioni, eppure i vari Ferrara, Conte e Peruzzi non ti facevano pesare i loro successi. Anzi coccolavano e stimolavano noi giovani, ci facevano sentire parte di loro. Quasi come fossimo noi i Campioni d’Europa e non loro. Si faceva gara a chi faceva nuovi record ai macchinari in palestra: si lavorava tantissimo e puntavamo a migliorarci. Nel 1996 arrivammo io, Montero, Zidane, Falcioni, Bobo Vieri e Amoruso: tranne Zizou eravamo 5-6 scapoloni e stavamo sempre insieme, dentro e fuori dal campo. Eravamo una bella combriccola. Quante ne abbiamo combinate...”.

LIPPI - Raccontare Marcello Lippi non è semplice. Un uomo straordinario che è stato come un padre per noi, che eravamo tutti molto giovani e alle prime armi in una big. Aveva una visione del gioco incredibile: con un cambio ti ribaltava la partita, non ho mai visto un allenatore con una capacità di lettura della gara come la sua. Con Lippi se meriti giochi: sia che hai 18 o 38 anni".

GOL SCUDETTO - “Si giocava di venerdì sera perché il mercoledì successivo avevamo la finale di Champions contro il Borussia Dortmund. Una notte più che perfetta quella di Bergamo: segno il primo gol in Serie A e con la Juve: una rete storica visto che il pareggio contro l’Atalanta ci consegna lo scudetto. I miei amici non ci credevano che avessi segnato davvero. Peccato che i festeggiamenti durarono poco, perché c’era da preparare subito la gara contro il Dortmund. Alla Juve è sempre stato così: le vittorie duravano poco, c’era semre un’altra gara da vincere”. 

ZIDANE - “Palla su e ci pensa Zizou. Gli tiravamo certe polpette e lui con classe addomesticava il pallone in mezzo a tre, non la perdeva mai la palla. Impossibile portagliela via. Timido e di una umiltà incredibile: uomo e calciatore meraviglioso, eravamo Zidane dipendenti. Correva più di tutti e si allenava a mille, impossibile non essere suoi tifosi. Anche da allenatore sta facendo cose straordinarie. Era il nostro gioiellino, guai a toccarlo anche in allenamento. Eravamo tutti calcisticamente innamorati di lui”.