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Vincenzo Italiano, allenatore della Fiorentina, ha parlato al Corriere dello Sport commentando il caso Vlahovic, obiettivo di mercato della Juventus.

SCUDETTO - «È una stagione di trasformazioni. Nuove panchine, nuove realtà. Ci vogliono dodici-quindici partite per capirci qualcosa. Noi intanto ci godiamo la posizione bellissima, l’inizio confortante, i margini di miglioramento enormi che possediamo e il fatto di essere lì in alto. Più equilibrato? In questo momento lo è. Vedo tante squadre che giocano all’attacco e disposte a correre rischi, partite apertissime, risultati in bilico, quasi mai un confronto scontato». 
 
NAPOLI, MILAN, INTER - «Non fanno altro che confermare le proprie qualità. Inter, Roma, tutte quelle sopra di noi avevano un potenziale notevole già lo scorso anno. Il Milan in particolare esprime un gran calcio. Alla fine lo scudetto non uscirà da quel circolo. Però il campionato ci costringerà a guardarlo fino alla fine. La questione non sta più solo nell’avere uomini di qualità, sta soprattutto nel proporre gioco. L’Inter fa impressione, effettivamente: fisicità, talento, giocatori ricchi di malizia, concretezza. E l’autostima che deriva dall’aver vinto l’ultimo scudetto. Anche il Napoli però non scherza. Ha un gioco efficace e Osimhen è un fattore: con la sua velocità mette in crisi chiunque». 
 
FIORENTINA - «In realtà ho trovato un ambiente deciso a migliorare. Esattamente come io ho voglia di migliorarmi stagione dopo stagione. Ci siamo sentiti in sintonia, da questo punto di vista. Ho avvertito la disponibilità dei calciatori nei miei confronti, ingrediente indispensabile. Mi sembra che a poco a poco tutto questo si stia componendo in un quadro interessante. Fermo restando che parliamo di una squadra giovane. Crescita? Nella gestione della gara. Chiedo ai miei di credere maggiormente nelle proprie doti. Ci serve un salto in avanti mentale. Esempio: con Inter e Napoli ce la siamo giocata alla grande, siamo usciti tra gli applausi e con dentro la sensazione di non aver ottenuto ciò che avremmo meritato. E che se ci avessimo creduto di più sarebbe andata diversamente». 
 
GIOCO - «C’era entusiasmo sin dal ritiro di Moena. Ho avvertito la voglia di tornare allo stadio, colgo l’ogoglio dei giocatori quando escono sotto gli applausi anche se abbiamo perso. Non bisogna mai dimenticare che l’obiettivo principale di questo lavoro è rendere felici i tifosi». 
 
SORRISO - «Lavorare in questo settore e non divertirsi significa non ottenere nulla. Cercare la vittoria e poi alla fine gioire, sorridere, abbracciarsi, festeggiare: il senso è tutto qui. Anche nel corso della settimana bisogna lavorare con allegria. Ecco uno dei compiti del tecnico: bandire la noia dagli allenamenti. Per me non ha prezzo vedere i giocatori lavorare divertendosi e trasferire questa gioia nelle partite». 
 
PALLONE, SUA MAESTA' - «È il pallone il protagonista, il personaggio indispensabile di ogni seduta di allenamento. L’unico che non suda. Non fa fatica e diventa il re del palcoscenico. Più gestisci il gioco più hai possibilità di vincere. Sono nato con il pallone tra i piedi e in mezzo all’odore dell’erba. Non ce la facevo a rinunciare a tutto questo. Senza calcio non vivo, che cosa posso farci? Un’ossessione? Lo è. Uso io stesso questa parola con i ragazzi. L’ossessione di replicare in partita il contenuto degli allenamenti, l’ossessione di essere una squadra organizzata e riconoscibile. Mai invece assecondare l’ossessione degli obiettivi. Quelli sono una conseguenza, si raggiungono con naturalezza quando pensi a giocare. Quando applichi le ossessioni giuste». 
 
VLAHOVIC - «Ha ancora due anni di contratto. E’ un professionista serio. Darà tutto per la Fiorentina. Credo che quando ci sarà da andare in campo e spingere forte lo farà, sempre. Mi auguro non interferiscano problemi extracalcistici. E mi fermo qui. Parlare adesso di come sostituirlo, con il mercato tra tre mesi, ha poco senso. Abbiamo Kokorin e dobbiamo cercare di ricavarne il massimo, perché in quella zona del campo sono lui e Vlahovic la nostra coppia. Anche se in alcune partite si possono scovare altre soluzioni».