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Della clamorosa disfatta allo Stadio Barbera si discuterà per giorni, mesi, anni. Si attribuiranno colpe all'uno e all'altro giocatore, probabilmente si criticherà Mancini, proprio come era successo con Ventura, si parlerà di rimpianti e occasioni sprecate, come è giusto che sia. Una questione, però, sembra chiara fin da ora: l'Italia che ha perso contro la Macedonia del Nord non è la stessa che ha vinto gli Europei. Non è la stessa in termini di mentalità, di fame e di coraggio, ma non è la stessa nemmeno negli uomini. E tra i protagonisti delle notti magiche dell'estate 2021, per chi scrive è inevitabile ripensare a lui, che forse in questa squadra avrebbe davvero potuto fare la differenza: quanto è mancato Federico Chiesa a questa Italia... In un attacco abulico, spento e privo di idee come quello visto ieri sera a Palermo, le accelerate improvvise dell'esterno della Juve, la sua energia e la sua intraprendenza avrebbero almeno potuto accendere la luce, mantenere in vita un sogno che invece si è bruscamente infranto ben prima del gol di Trajkovski, dinnanzi alle occasioni sprecate dagli azzurri. 

Con i "se" e con i "ma" non si va mai da nessuna parte, è vero. Ma crediamo che per il day-after una riflessione di questo tipo possa essere accettabile. E il discorso non riguarda solo Chiesa, sia chiaro. A farsi sentire, per restare nel mondo bianconero, è stata anche l'assenza dei due leader Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci - il primo buttato in campo al 43' del secondo tempo, senza una ragione apparente - così come quella di Manuel Locatelli colpito dal Covid e recuperato solo in extremis: tutta gente che agli Europei era servita eccome, che aveva dato un contributo decisivo alla vittoria finale. Forse conquistata anche con un pizzico di fortuna, ma comunque conquistata. Un'altra Italia, un altro risultato. Il peggiore possibile, un incubo divenuto realtà.