E ancora, anni Ottanta: il "Derby d'Italia" è Trapattoni che lascia Torino e va a scrivere lo scudetto dei record a Milano, è Altobelli che invece compie il percorso opposto, è l'Avvocato Gianni Agnelli che parla di Ernesto Pellegrini, numero uno del club avversario, dicendo: "Sì, il nostro cuoco è diventato presidente dell'Inter", con un chiaro riferimento all'azienda di ristorazione del patron interista. Altro decennio (e presto millennio): il 26 aprile 1998 segna uno spartiacque con lo scontro Iuliano-Ronaldo e il famoso "non fischio" dell'arbitro Ceccarini, per poi passare attraverso il 5 maggio 2002, sempre Inter-Juve seppur non sul campo, e Calciopoli, poi ritrovata nello "scudetto degli onesti" di Moratti e in quello "di (Gia)cartone" di Agnelli, ironico sulla nazionalità di Erick Thohir.
Arrivando al presente, o quasi, lo scenario che accompagna l'Inter-Juve dei giorni nostri è quello che parla di nuovi "salti dall'altra parte", quelli di Beppe Marotta e Antonio Conte, il cui incontro con Andrea Agnelli da allenatore dell'Inter è stato tutto fuorchè una piacevole "reunion" tra amici: allora sono volati gli stracci - in poche parole, insulti e gesti poco raffinati - a testimonianza di una rivalità che il tempo non ha fatto altro che accendere sempre di più. Perchè con il "Derby d'Italia" non si scherza.