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La fine di un ciclo, prima ancora che questo abbia avuto la possibilità di aprirsi. La vittoria dello scudetto 2020/2021 rischia di rimanere una parentesi estemporanea nella storia di Suning, gruppo proprietario dell’Inter. In due mesi, dalla festa a San Siro e per le vie di Milano, alle voci sempre più insistenti del trasferimento di Lukaku, l’estate nerazzurra è passata da un clima rovente, alimentato dai sogni dei tifosi, al freddo gelido restituito da quella che ha sempre più l’aria di essere una smobilitazione. Tutto sommato, l’ambiente aveva retto bene al doppio addio di Antonio Conte e Achraf Hakimi, due dei massimi protagonisti della cavalcata vincente. L’eventuale addio di quello che è stato il luogotenente in campo del tecnico salentino, però, significherebbe togliere peso in attacco e, soprattutto, all’interno dello spogliatoio. Una partenza che rischierebbe di avere ulteriori ripercussioni, sia societarie che di rosa. Non è un caso, quindi, che La Gazzetta dello Sport parli di un momento di riflessione di Zhang; costretto ad un passo indietro, perlomeno comunicativo, per evitare che la piazza nerazzurra esploda di rabbia. Al di là di quello che sarà il futuro di Big Rom, però, è evidente come si siano aperte delle fratture insanabili e che l'ambiente è tutto, meno che stabile.
PAZZA INTER – Il primo obiettivo dichiarato di Conte, nel momento del suo arrivo a Milano, prima ancora della vittoria dello scudetto, fu quello di eliminare l’appellativo di “pazza”, legato all’Inter. Una vera e propria rivoluzione culturale. Rivoluzione evidentemente fallita. Nemmeno questa volta, quando sembrava che tutti i presupposti potessero esserci, l’Inter riesce a creare un ciclo. La strategia quale è stata? Individuare un punto di riferimento vincente – la Juventus – e prenderne ispirazione, fino a copiarne interpreti e protagonisti. La solidità societaria, però, non si improvvisa e all’indomani di uno degli scudetti più goduti della storia nerazzurra, il tifo si trova a vivere una delle estati più fredde di sempre. I sogni, sotto l’ombrellone, sono diventati incubi!