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Nell'ambito dell'indagine “Doppia Curva” che coinvolge Inter e Milan, si sta facendo un gran parlare delle potenziali conseguenze legate all'articolo 25 del Codice di Giustizia Sportiva. 

Tuttavia, molti si chiedono perché non si faccia riferimento all'articolo 4, che regola la lealtà e la probità, soprattutto considerando che alcuni tesserati delle due squadre, seppur non indagati dalla giustizia ordinaria, potrebbero subire sanzioni a livello sportivo. La risposta a questa domanda è complessa e richiede una valutazione delle circostanze attuali e del contesto giuridico.


Cos'è l'articolo 4?


L'articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva stabilisce principi di lealtà, correttezza e probità che devono essere rispettati da tutti i soggetti coinvolti nel mondo del calcio. In passato, questo articolo è stato utilizzato per punire club e dirigenti, come nel caso della Juventus, che ha affrontato sanzioni significative.

Critici dell'uso dell'articolo 4 lo definiscono un “contenitore”, nel quale i tribunali sportivi possono inserire di volta in volta reati o comportamenti che ritengono opportuno sanzionare. Questo ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sua applicazione, poiché potrebbe apparire arbitraria e in contraddizione con i principi del diritto comunitario. La questione è tanto delicata che diversi dirigenti della Juventus, tra cui Andrea Agnelli, Maurizio Arrivabene e Antonio Giraudo, hanno fatto ricorso al diritto europeo per contestare le sanzioni subite, evidenziando i potenziali conflitti tra le norme italiane e quelle europee.

Le differenze di approccio tra articoli


Per Inter e Milan, il focus sull'articolo 25 invece dell'articolo 4 suggerisce un'intenzione di evitare le complicazioni giuridiche associate a quest'ultimo. Con l'articolo 25, i club possono affrontare sanzioni più dirette e specifiche in relazione ai rapporti con i gruppi ultras, senza dover entrare in conflitti più ampi e potenzialmente litigiosi relativi alla lealtà e alla correttezza. 

Questo approccio potrebbe rappresentare una strategia per gestire il rischio di sanzioni sportive senza incorrere in problematiche legali più complesse.