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L'aspetto curioso che si verifica quando una squadra vince per tanto tempo, è che le altre smettono di crederci. Smettono al punto che, anche quando avrebbero la possibilità di andare oltre le aspettative, preferiscono giocare a nascondino, per scaramanzia, ma non solo. Inter e Lazio, domani, si giocano qualcosa in più dei tre punti, ma il prezzo della posta in palio non è certo salito nelle ultime settimane, dopo gli scivoloni della Juventus contro Napoli e Verona. Già, perché Inter e Lazio stanno tenendo il ritmo dei bianconeri inizio stagione, altrimenti non sarebbero dove sono: così, se per mesi sia Antonio Conte che Simone Inzaghi hanno preferito tenere la testa bassa e non nominare l'innominabile (lo Scudetto), perché oggi continuano a farlo?

Nelle conferenze stampa dei due tecnici, infatti, si è visto tutto lo scetticismo di chi ci crede, ma non ha il coraggio di ammetterlo. Così, mentre Conte ha parlato di 'outsiders' riferendosi al ruolo giocato dalle due squadre, Inzaghi ha preferito far comunella, sostenendo come "Inter e Lazio faranno di tutto per impedire alla Juventus di vincere il nono scudetto consecutivo". Insomma, sembra di essere alle elementari, con i "ragazzacci" che prendono di mira la migliore della classe anche se, sotto sotto, vorrebbero essere per un attimo al suo posto. Così, la Juve che vince disturba al punto tale che nessuno si vuole sbilanciare. Infatti, né uno né l'altro avrebbero il coraggio di sostenere la propria posizione di forza, nemmeno se fossero cinque punti sopra i bianconeri. 

Dietro il paravento della Juve, che è universalmente la squadra più forte (d'Italia, del mondo, della galassia, chissà), Inter e Lazio giocano a nascondino, fanno pretattica. Un atteggiamento lecito, per carità, ma che tradisce appieno la realtà: sì, i valori assoluti forse non coincidono, ma la corsa a tre non è più il sogno dei congiuranti del campionato. La corsa a tre è una cruda realtà, con la quale la Juventus sta facendo i conti, ma le altre?