C’è anche sollievo visto il distacco dalla seconda?
“Penso che dobbiamo giocare per vincere e continuare con il pedale sempre spinto. Non siamo una squadra che può fare calcoli e non voglio farli io perché mi piace troppo vincere e voglio trasferire questo. Ci avviciniamo alla meta ma non è raggiunta. Abbiamo fatto tre vittorie importanti adesso ma non bastano, mancano altre 8 partite e dobbiamo continuare a vincere”. Abbiamo paragonato l’Inter a un ghepardo. Girate attorno all’avversario e poi scegliete il momento di colpire. Hai avuto ragione anche nell’avere pazienza e non schierare il tridente.
“A volte è capitato di dover forzare con il terzo attaccante, ma sempre quando c’è un panchina Sanchez, perché spariglia le carte. Sappiamo del feeling Lukaku-Lautaro e avevo messo anche Hakimi, sapevo che i giri potevano cambiare. Se non avessimo fatto gol avrei messo Pinamonti punta centrale, con Lukaku e Lautaro ai lati. Il Cagliari si difendeva bene, ma noi siamo arrivati bene in porta e faccio i complimenti al giovane portiere del Cagliari, ha una sicurezza che lascia ben sperare. Forse con Sanchez in panchina avrei forzato il tridente”.
Ha recuperato dopo il suo scatto?
“Il mio è stato uno scatto per abbracciare i loro sforzi, come ho premiato Hakimi con un bacio. Mi sento un fratello maggiore e spesso li bacio in fronte. Loro sanno che affetto ho per loro e sanno che per loro mi butto nel fuoco. Hakimi e Darmian si sono meritati un bacio. Lukaku se lo merita sempre”.
Quanto è felice di vedere una squadra che gestisce la partita in modo così lucido?
“La squadra sta dimostrando stabilità e lo avevamo fatto anche l’anno corso, con 81 punti e la finale di Europa League. Spesso non viene sottolineato. È inevitabile che ci siano margini di crescita, ma iniziamo ad essere cattivi, sentiamo il sangue”.