Partiamo dalla passata stagione. Un fallimento, in casa Juventus non può essere chiamato altrimenti un anno passato senza alzare un trofeo al cielo. Nell’idea dell’allenatore quello che è mancato è l’equilibrio, quello necessario a formare una squadra che può lottare su ogni fronte. Quante volte, in interviste e conferenze stampa, si è parlato di “giovani”? Attenzione, però, a porre il focus sulla carta d’identità o sull’età media della squadra: si parla di calciatori con poca esperienza internazionale, abitudine a reggere la pressione di chi deve stare in cima, mancanza di personalità.
In questo senso va letta la campagna acquisti di questa prima fase del mercato della Juventus. E non è un caso, occorre sottolinearlo, che sugli acquisti di Pogba e Di Maria Massimiliano Allegri abbia puntato i piedi. Non è un caso, ancora, che sia trapelato malumore, quando le trattative con il Fideo si stavano trascinando per le lunghe. Ancora più del contributo dal punto di vista tecnico, i due nuovi innesti portano esperienza, leadership, voglia di riscatto che si sposa alla perfezione con il mood bianconero dopo un anno fallimentare.
Non bisogna sottovalutare, poi, la questione tutoraggio. All’ombra di Pogba e Di Maria, infatti, possono crescere i tanti talenti che la Juventus ha in rosa. Fagioli e Miretti, per esempio, possono studiare da mezzali guardando da vicino le mosse del francese, mentre il Fideo ha già preso sotto la propria ala – lo si può notare chiaramente sui social -, il connazionale classe 2003 Matias Soulé che, all’inizio della carriera, veniva proprio paragonato a Di Maria, fino ad esserne definito come possibile erede.
Equilibrio, quindi, tra linea verde e instant team, senza sbilanciarsi da una parte o dall’altra. Questa è l’idea di Massimiliano Allegri per la Juventus del presente e del futuro. Un mix che, nella speranza del tecnico livornese e del club che lo sta accontentando sul mercato, può far tornare la Vecchia Signora ai vertici in Italia e in Europa.