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Nell'attesa della decisione della Cassazione, prevista per il 6 settembre, riguardo al tribunale competente per giudicare Andrea Agnelli e gli ex dirigenti apicali della Juventus per varie accuse, un nuovo sviluppo emerge dall'inchiesta condotta dalla Procura di Bologna. Questa indagine, aperta a marzo, riguardava la cessione del calciatore Riccardo Orsolini dalla Juventus al Bologna nel giugno 2019, con particolare attenzione a una carta che documentava il diritto di riacquisto da parte della Juventus, ma che non era stata depositata in Lega.

MODELLO PLUSVALENZA? - La decisione di avviare l'indagine era stata presa dopo aver ricevuto dalla Procura di Torino la documentazione sulla cessione di Orsolini. Secondo i pubblici ministeri torinesi, questa operazione faceva parte di un modello utilizzato dalla Juventus con club amici per bilanciare i conti, anche se manteneva aperta la possibilità di accordi privati futuri attraverso "side letters". Tuttavia, ieri la Procura di Bologna ha chiesto al Giudice per le indagini preliminari di archiviare il procedimento penale contro ignoti riguardo alla validità e all'efficacia della carta di diritto di riacquisto datata 11 luglio 2019. Secondo il Pubblico Ministero Francesco Caleca e il Procuratore Capo Giuseppe Amato, mancano elementi che possano far ritenere che ci sia una condotta penalmente rilevante, soprattutto nel contesto del falso in bilancio.

IL DOCUMENTO - La procura di Bologna osserva che il documento, contenente firme non pienamente identificabili, non presenta le caratteristiche di un contratto legalmente valido e azionabile da qualsiasi parte coinvolta. La mancanza di firma di accettazione da parte del giocatore, insieme a una modalità di sottoscrizione che non fornisce una chiara identificazione e rappresentanza delle società coinvolte, rende il documento inattendibile ai fini legali. Inoltre, il fatto che il documento non sia stato depositato presso la Lega, secondo i pm bolognesi, va a discapito della sua validità. In definitiva, la Procura di Bologna conclude che gli elementi raccolti indicano più la presenza di un "gentlemen agreement" piuttosto che di un atto legalmente rilevante, idoneo a produrre effetti contabili. La richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Bologna non avrà alcun impatto sul versante sportivo, in quanto la giustizia sportiva ha già condannato la Juventus per l'istituzione di un "sistema" senza approfondire i casi individuali. Tuttavia, questa decisione dimostra che esiste una diversa interpretazione delle prove rispetto a quanto raccolto dalla Procura di Torino. Ora si attende la decisione del tribunale, probabilmente a Milano, che sarà dichiarato competente per il caso.