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Una telefonata, ancora al centro di tutto. Come racconta La Gazzetta dello Sport, nei 15 faldoni dell'inchiesta ce ne sono alcuni contenenti soprattutto intercettazioni. Fondamentali per il prosieguo e per tracciare gli atti dell'accusa alla Juventus e ai 12 indagati. Le accuse sono di false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza, aggiotaggio e false fatturazioni. I pm hanno ricostruito il sistema delle "plusvalenze fittizie" e delle "manovre stipendi" (differimento delle mensilità dovute ai calciatori durante il Covid) con cui la Juve avrebbe truccato i bilanci dal 2018 al 2021.

L'INTERCETTAZIONE - Secondo la tesi degli inquirenti, tutti erano a conoscenza del sistema per far quadrare i conti. Questa teoria viene supportata dalle conversazioni telefoniche, in particolare una tra Andrea Agnelli e John Elkann (che non è indagato), riportata da Gazzetta. Nel settembre 2021 Agnelli dice al cugino, azionista di maggioranza della Juve: "Noi abbiamo sempre preso dei rischi e il consiglio è sempre stato informato che siano stati presi e si sono sempre trovati dei correttivi strada facendo". "Si però come ricordi tu avevi detto che alla fine c’è stato, da parte della direzione sportiva, (...) si sono allargati. Ci sono tutta una serie di operazioni che hanno fatto", è la replica di Elkann. 

ECCESSIVO RICORSO - Spiega Gazzetta come Agnelli accenni poi all’"eccessivo ricorso allo strumento delle plusvalenze, se ti crolla il mercato, ti crolla il mercato! Questo è un dato di fatto". Poi, un passaggio su Massimiliano Allegri, che secondo John deve fare attenzione "a non dire che le politiche che sono state fatte in questi anni erano dissennate, si è speso un sacco di soldi per dei giocatori che non sanno". Poi aggiunge: "Quelle erano le prerogative del mercato in quel momento, adesso bisogna gestire le cose al meglio, tanto alla fine di quello che hanno fatto gli altri prima chissenefrega". Chiosa Agnelli: "Sì sono d’accordo".