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L'inchiesta sui conti della Juventus prosegue. Condotta dallo scorso dicembre dalla Procura di Torino, con la collaborazione della Guardia di Finanza, ci si muove in merito alle ipotesi di reato mosse a sette persone - tra dirigenti ed ex dirigenti - e al presidente della Juventus Andrea Agnelli per il "caso plusvalenze". Negli ultimi giorni l'attenzione degli investigatori è mirata agli stipendi delle ultime due stagioni (2019/2020 e 2020/2021) ai calciatori e ai componenti dello staff tecnico. Il focus è puntato sulla "manovra stipendi - così chiamata - che avrebbe consentito alla Juve di registrare una riduzione dei costi nei bilanci al 30 giugno 2020 e al 30 giugno 2021, omettendo la contestuale rilevazione, a livello patrimoniale, di una posizione debitoria".

LA SITUAZIONE - Si discute molto delle quattro mensilità del 2020 ufficialmente non corrisposte dopo un accordo coi tesserati in piena emergenza Covid siano state in realtà oggetto di un semplice slittamento, come sospettano i pm Mario Bendoni, Cirio Santoriello e l’aggiunto Marco Gianoglio, che portano avanti le accuse di falso in bilancio dirette ai vertici della Juve. Ieri, inoltre, i militari del nucleo di polizia economico finanziaria hanno perquisito tre grandi studi legali, tra Torino, Milano e Roma, un paio di commercialisti, e la World soccer agency dell’agente Alessandro Lucci. Gli inquirenti hanno riferito che ci sono "indizi concreti in ordine all’esistenza di plurime scritture private, variamente denominate, predisposte e sottoscritte nell’ambito delle cosiddette “manovre stipendi”, e non depositate presso gli organi competenti". 

I DOCUMENTI? - Un fatto poi ripetuto nell'anno successivo, con la sottoscrizione di "accordi di riduzione stipendi"; "accordi di integrazione"; e "separate scritture integrative". Le prime depositate in Lega calcio, le seconde "solo in parte", le terze "mai depositate". Infine. nel decreto di perquisizione autorizzato dal gip Ludovico Morello, "é emersa la prassi di custodire all’esterno della sede alcuni documenti riservati, poi destinandoli alla distruzione una volta esaurita la funzione di “garanzia", tanto da spingere gli inquirenti a chiedere di acquisire le buste paga dei giocatori a partire dal 1° luglio 2019 e di valutare la possibilità di sentire gli stessi.