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Tra i principali affari finiti sotto la lente d'ingrandimento dell'inchiesta Prisma legata agli affari "all'allegra plusvalenza" contestati alla Juventus e ad altre società, rientra quello che ha portato (porterà, data la formula del prestito di un anno) Nicolò Rovella in bianconero, e che in cambio ha portato al Genoa Elia Petrelli e Manolo Portanova. Di fatto, la Juve per prendere il centrocampista ha speso circa 20 milioni di euro più i cartellini dei due giovani. Di fatto, però, Rovella è stato valutato 38 milioni (18 + 20 di bonus, a essere precisi) mentre Portanova e Petrelli sono stati valutati complessivamente 18. Da qui la differenza di 20, o qualcosa meno a seconda dei requisiti stilati per il bonus, che corrisponderà all'effettivo esborso bianconero.

LA COSA 'STRANA' - Un elemento che stride nell'operazione, oltre a quello delle valutazioni gonfiate come quelle di Arthur e Pjanic col Barcellona (uno valutato 70, l'altro 60, soldi effettivamente versati quindi 10 milioni) è un aspetto che sottolinea Tuttosport oggi in edicola: Rovella sarebbe andato in scadenza di contratto tre giorni dopo la chiusura dell'affare, dunque la mossa più normale per la Juve sarebbe stata quella di aspettare per prenderlo a parametro zero. Invece, è arrivato questo scambio di plusvalenze col Genoa.