Federico Ruffo al BN: le parole sull'inchiesta Ultras di Inter e Milan
LE DIFFERENZE CON ALTO PIEMONTE - "C'è tanta più gente, ci sono due curve che erano arrivate a un accordo, una rarità, quasi a tradire i valori di rivalità che ci sono di solito. Questa inchiesta è molto più strutturata nel tempo rispetto ad Alto Piemonte. C'è una tifoseria e un leader, Boiocchi nell'Inter, mentre nel Milan c'è Lucci che in maniera incontrastata impera su tutta la curva".
COSA RISCHIANO INTER E MILAN - "L'assenza dell'aggravante mafiosa nell' indagine riguardante la curva dell'Inter mi lascia perplesso, se penso al ruolo di Boiocchi, Ferdico e Beretta. Le società non riescono a uscire da questa abitudine e non si accorgono della gravità delle situazioni a cui vanno incontro. Non credo che Milan e Inter rischino sanzioni sportive: non c'è un illecito sportivo. Però resta un malcostume che non puoi lasciar passare. I club vengono ricattati, ma devono ribellarsi, perchè rispetto ad un privato cittadino che viene ricattato i club hanno più forza per reagire. Mentre ad alcuni sembra quasi che gli vada bene farsi ricattare. L'unico ad aver denunciato subito i ricatti subiti è stato Claudio Lotito e per questo motivo vive ancora oggi sotto scorta".
DENUNCIA COME STRUMENTO DEI CLUB - "La denuncia è sempre alla portata di tutti. Nel momento in cui c'è la denuncia, i Daspo diventano più sostanziosi. Gli strumenti per contrastare questi fenomeni ci sono. Se adottassimo un sistema come quello inglese, che non è perfetto, verrebbe applicato un Daspo a tempo indeterminato: chi sbaglia allo stadio non ci va più. Le società dovrebbero parlare con la FIGC e il CONI per trovare una soluzione: finché io società sono colpevole di quello che fanno alcuni tifosi, sarò sempre ricattabile. Andrebbe trovato un accordo, anche con lo Stato, per modificare questa norma".
IL RUOLO DEI MEDIA - "Mi ha colpito il tipo di informazione fatta dalla Gazzetta dello Sport. Azzerano le curve di Inter e Milan e il giorno dopo il titolo principale era sulla coppia d'attacco dell'Inter... Capisco che un quotidiano sportivo abbia come riferimento i tifosi e non gli ultras però..."
IL SILENZIO DI INTER E MILAN - "Più che della politica, sento fortissima l'assenza della voce delle società. Milan e Inter sono il vero elefante nella stanza in questo momento. C'è un passaggio nelle carte che trovo centrale, ma che è passato quasi in secondo piano: "La commissione Antimafia del Comune di Milano è stata fuorviata dalle dichiarazioni dei dirigenti dell'Inter, che hanno minimizzato e spostato il focus". Trovo questo passaggio molto importante. Se non riesci a tenere la Ndrangheta lontana dallo stadio come farai a gestire altri due stadi che in teoria Milan e Inter faranno, se mai li faranno."
IL SILENZIO DI MAROTTA - "Non ho sentito una parola che sia una da parte delle due società. Hanno proprietà straniere, sono in mano a delle holding, ma hanno dei rappresentati e dei presidenti italiani: Marotta è già passato da queste cose, con l'inchiesta Alto Piemonte, quindi dovrebbe capire quanto una parola risolutiva sarebbe utile in questo momento: io questa parola non l'ho sentita. Ma davvero potete dire di non esservi accorti di niente? Da anni a San Siro, lato Inter, venivano elargiti ingressi omaggio e biglietti, ma già dai tempi di Pellegrini. Non è possibile per una società dire "non sapevamo". All'epoca della Juve, pagarono i dirigenti che avevano una responsabilità soggettiva, o meglio pagò Agnelli".
EX GIOCATORI CONTATTATI PER I BIGLIETTI - "Non tutti hanno la piena consapevolezza dei loro interlocutori. Inzaghi può non averla di ciò che accade perché nella vita si occupa di altro, ma uno che è stato calciatore per 30 anni come fa a non sapere chi è Beretta, chi è Ferdico e chi è Boiocchi. Non è possibile. Quando Dimarco festeggiando sul pullman dell'Inter fa un coro anti-Milan, pochi giorni dopo gli stendono uno striscione sotto casa: per cui sanno dove abita, lo minacciano. Scopriamo che il motivo di quello striscione era perché le due curve avevano un accordo di non belligeranza per spartirsi gli affari. Un tuo giocatore viene minacciato, viene costretto a chiedere scusa... Come fai a non sapere con che gente hai a che fare?"