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Il Covid ha colpito duramente moltissimi Paesi nel mondo. E continua a farlo. E' grave, per esempio, la situazione del Portogallo, che preoccuperà anche Cristiano Ronaldo, e che a pochi giorni di distanza dalla partita di Champions League impone qualche riflessione. Un Paese immerso in una condizione a dir poco drammatica, al punto che anche il calcio è a rischio: non tanto per il possibile contagio quanto, piuttosto, per le decisioni che sono state prese per contenerlo. 

Come riporta Tuttosport, la trasferta della Juventus del 17 febbraio non è a rischio per il momento, perché per l’Uefa sussistono le condizioni per giocare il match di andata degli ottavi di Champions League, ma Benfica-Arsenal del giorno dopo sì, dato che esiste un divieto agli ingressi dall'Inghilterra imposto dal governo lusitano, con il gruppo dei Gunners che sarebbe costretto a una quarantena in isolamento, con inevitabili ripercussioni sulla Premier.

In Portogallo il mese di gennaio ha così registrato, da quando è partita la pandemia, quasi la metà dei morti (5.576 su 13.842) e degli infetti (306.838 su 748.858) con un picco toccato il 28 gennaio. E ora il Portogallo è in testa nella classifica europea di contagi per percentuali, con il 7,41% dei contagiati su una popolazione di poco più di 10 milioni di abitanti. La situazione è complessa, soprattutto nel nord del Paese dove è attesa la Juventus. Oggi il Portogallo si ritrova in enorme difficoltà e con le strutture sanitarie allo stremo, rinforzi arrivati dalla Germania, ma ancora tanti problemi. In mezzo c'è il calcio, che non si può fermare e che per ora prosegue.