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In Italia siamo giunti alle armi, in senso figurato. Da una parte il mondo del calcio con tutti i sui attori, che vogliono innanzitutto vedere concesso ai calciatori il diritto di tornare ad allenarsi nei centri sportivi, inizialmente in maniera individuale. Libertà non data dal governo, con il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora preso di mira da club e Assocalciatori. Quest’ultimo, più in generale, ha definito il provvedimento governativo “discriminatorio, prima ancora che illogico”. In tutto questo, la Figc, nella figura del presidente Gravina, non perde le staffe e continua a mantenere salda la volontà di non fermare il calcio. Dunque la ripresa del nostro campionato è più incerta e confusa che mai, decisione che nei principali Paesi d’Europa è in fase di valutazione, sempre rispettando il grande assunto di fondo, ovvero l’evolversi dell’emergenza coronavirus.

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