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È bastato un anno a Fabio Paratici per rivoluzionare il Tottenham, ribaltare i rapporti di forza e modernizzare il club. Ad esaltare il “modello Paratici”, oggi, è il giornale online inglese The Athletic. Una ristrutturazione completa del reparto scouting e, soprattutto, un ribaltamento dei ruoli con il presidente Daniel Levy che prima dell’avvento del direttore sportivo italiano dirigeva da solo, o con l’apporto di una ristrettissima cerchia di consiglieri fidati, l’intero club londinese.
 
Lo stesso Fabio Paratici, però, è stato indicato come l’origine dei problemi che ancora oggi affliggono la Juventus. Gli acquisti dei calciatori a parametro zero che ancora pesano sul bilancio bianconero e che bloccano il mercato odierno del club. Diverse trattative dettate dalla necessità di generare plusvalenze e che, alla fine, si sono rivelate profondamente sbagliate. Una su tutte, lo scambio Pjanic-Arthur con il Barcellona.
 
Oltre a questo, però, c’è molto altro. C’è un lavoro scientifico sullo scouting bianconero, a caccia dei giovani più promettenti in Europa e oltreoceano. C’è il Club 15, ovvero una rete di relazioni con 15 club europei che permette, ancora oggi, di mandare i talenti in prestito per continuare il loro percorso di crescita e valorizzazione. C’è, per concludere, la storica operazione Cristiano Ronaldo, studiata e portata avanti proprio da Paratici. Come esempio dell’occhio attento del dirigente, le mani su Khvicha Kvaratskhelia, che oggi incanta Napoli e tutta la Serie A, come confermato dal suo agente: “Avevamo un pre-accordo con la Juventus, ma poi Paratici è andato via al Tottenham. Se non fosse andato via, Khvicha oggi sarebbe della Juventus. Voleva portarlo anche in Premier League ma in prestito e a noi non interessava”.
 
Cosa non ha funzionato, quindi, tra Juventus e Paratici, soprattutto nel suo ultimo periodo in bianconero? L’impressione è che sia stato travolto da un momento generale di incertezza, preludio di un cambiamento profondo del sistema Juve e delle gerarchie. Nello specifico, negli ultimi anni Fabio Paratici era nella scala gerarchica juventina un gradino più in basso del presidente Agnelli con molte più responsabilità rispetto a quelle di individuare calciatori e portarli a Torino. Ruoli che oggi, invece, sono divisi tra Arrivabene e Cherubini. In questo contesto, gli errori non sono mancati e si sentono ancora oggi, come dicevamo. Paratici, però, non è il solo responsabile.