Lo stesso Fabio Paratici, però, è stato indicato come l’origine dei problemi che ancora oggi affliggono la Juventus. Gli acquisti dei calciatori a parametro zero che ancora pesano sul bilancio bianconero e che bloccano il mercato odierno del club. Diverse trattative dettate dalla necessità di generare plusvalenze e che, alla fine, si sono rivelate profondamente sbagliate. Una su tutte, lo scambio Pjanic-Arthur con il Barcellona.
Oltre a questo, però, c’è molto altro. C’è un lavoro scientifico sullo scouting bianconero, a caccia dei giovani più promettenti in Europa e oltreoceano. C’è il Club 15, ovvero una rete di relazioni con 15 club europei che permette, ancora oggi, di mandare i talenti in prestito per continuare il loro percorso di crescita e valorizzazione. C’è, per concludere, la storica operazione Cristiano Ronaldo, studiata e portata avanti proprio da Paratici. Come esempio dell’occhio attento del dirigente, le mani su Khvicha Kvaratskhelia, che oggi incanta Napoli e tutta la Serie A, come confermato dal suo agente: “Avevamo un pre-accordo con la Juventus, ma poi Paratici è andato via al Tottenham. Se non fosse andato via, Khvicha oggi sarebbe della Juventus. Voleva portarlo anche in Premier League ma in prestito e a noi non interessava”.
Cosa non ha funzionato, quindi, tra Juventus e Paratici, soprattutto nel suo ultimo periodo in bianconero? L’impressione è che sia stato travolto da un momento generale di incertezza, preludio di un cambiamento profondo del sistema Juve e delle gerarchie. Nello specifico, negli ultimi anni Fabio Paratici era nella scala gerarchica juventina un gradino più in basso del presidente Agnelli con molte più responsabilità rispetto a quelle di individuare calciatori e portarli a Torino. Ruoli che oggi, invece, sono divisi tra Arrivabene e Cherubini. In questo contesto, gli errori non sono mancati e si sentono ancora oggi, come dicevamo. Paratici, però, non è il solo responsabile.