Ormai è un dato oggettivo: se la Juventus, matematica a parte, è uscita dalla corsa allo scudetto, lo deve ai 12 punti persi contro le squadre in lotta per non retrocedere. Se avesse fatto fino in fondo il proprio dovere in tutta una serie di partite ampiamente alla porta, la Juve oggi non sarebbe davanti all'Inter in classifica ma sarebbe la sua unica vera rivale per vincere il campionato. E invece, ecco qua i bianconeri a lottare per la qualificazione in Champions League.
Ma andando più a fondo nella questione, per cosa ci si deve rammaricare più precisamente? Ovvero, quali sono state le principali carenze di questa squadra, che hanno determinato un tale ammanco di punti? A nostro modo di vedere, a venir meno è stata soprattutto la mentalità. Il famigerato "approccio". Che a volte si traduce in un inizio shock che costringe poi a dover rimontare, mentre altre si manifesta in black-out a partita in corso, dopo un inizio gara spumeggiante e convincente.
Ciò che è mancato al gruppo guidato da Andrea Pirlo, secondo noi, non è la rosa. Siamo convinti infatti che non sia un collettivo realmente così "scarso" rispetto a quello dell'Inter. Ok non ha il centrocampo dei tempi di Vidal-Pirlo-Pogba-Marchisio, ok serve agire sul mercato per completare il rinnovamento della rosa, ok alcune scelte tattiche di Pirlo sono state quelle di un allenatore esordiente alle prese con una quadra tutta da trovare, ok parecchie defezioni hanno portato a un rendimento complessivo inferiore al potenziale...
Ma insomma, andando a vedere i valori assoluti dell'organico juventino, sarà mica così modesto da giustificare le defaillances con Crotone e Benevento? E tra il dominare la Serie A come nel decennio d'oro appena concluso e l'essere fuori dalle corse a un mese e mezzo dalla fine della stagione, di acqua sotto i ponti ce ne passa. E l'acqua di questa Juve, dicevamo, è fatta di mentalità inadeguata. La grande colpevole dei giri a vuoto di CR7 & co. è stata l'incapacità di mantenere la velocità di crociera con continuità. Anche all'interno dei 90 minuti.
Pensate alla serie positiva di inizio 2021, intervallata "solo" dal ko di San Siro con l'Inter e stroncata dall'eliminazione in Champions col Porto. Ecco, quello è il punto fondamentale. Il collettivo juventino 2020-2021 non ha saputo reagire a quel contraccolpo psicologico. Anziché rialzarsi dopo lo schiaffone incassato, si è ingolfato nella spirale delle insicurezze. Giocatori che sbagliano giocate che è quasi contronatura per loro sbagliare (errori di Szczesny, Arthur che anziché tenerla in cassaforte regala il gol di Gaich, Kulusevski che fa assist agli avversari etc etc) e incartamento complessivo.
E ripensate a come ha messo in riga Napoli e Genoa nella settimana appena trascorsa. Non con l'autorevolezza delle migliori Juve contiane e allegriane magari, ma giocando un buon calcio e portando a termine la missione. Il divario in classifica tra Inter e Juventus non rispecchia la reale differenza tecnica tra le due squadre, ma è quello che si merita la Juve per l'approccio messo in campo. Operare sul mercato è essenziale ma non basta. Almeno di pari passo, va ricostruita e consolidata la mentalità!