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Di solito ci sono due correnti di pensiero dopo una batosta come il 3-1 inflitto dal Real Madrid al Barcellona, per di più al Camp Nou. La prima: i blaugrana saranno arrabbiati e vorranno subito rifarsi - da classico cliché da conferenza; la seconda: il Barça è una squadra talmente fragile da arrivare mercoledì all'Allianz Stadium con tutto da perdere e il minimo da guadagnare. Nel mezzo c'è la Juve e l'occasione di domani contro il Verona: è sì campionato, ma vincere aiuterà inevitabilmente a vincere. Kiev insegna. 

LA PARTITA - Prima Valverde (su assist delizioso di Benzema), poi il pari di Ansu Fati. Il vantaggio del Real è stata una doccia fredda, ma almeno ha dato modo di vedere cos'è il Barcellona quando testa e piedi riescono ad andare in sincro: De Jong alza la testa e serve i compagni, Messi partecipa alla fase di non possesso, Ansu Fati è un pericolo costante. Il problema dei blaugrana non è certo il modo di giocare, modulo o la compattezza: è l'autonomia che ha nelle gambe che si somma all'umoralità di una squadra che evidentemente non è più 'top'. Altrimenti certe figure le eviterebbe. 

OCCASIONE - La corrente giusta è dunque la seconda: con l'ufficio facce di supporto - emblematica l'espressione di Messi - sembra più probabile un'implosione del Barcellona che una chiamata alle armi e all'unità d'intenti. Troppo profonda la ferita di quest'estate, troppo difficile anche quest'inizio di stagione. Juve, l'occasione è ghiottissima: vincere e convincere contro questo Barcellona darebbe concreta dimensione al progetto Pirlo nonostante il periodo di difficoltà degli avversari. Oltre a tre punti fondamentali, s'intende.