UMANAMENTE - L'agenda si è capita. Oggi, probabilmente in mattinata, Maurizio s'infilerà in una macchina aziendale e raggiungerà l'unica parte di Torino che conosce come le sue tasche. Ricorderà i quattordici mesi passati e ciò che è passato proprio quattordici mesi fa: la vera domanda da fargli sarebbe su cos'è più grande, se la curiosità per questa nuova esperienza oppure il fatto che certe storie d'amore non possono soffocare d'irrazionalità. Magari darebbe anche una risposta vera, per nulla di circostanza. Perché Sarri è così: nella sua testa fissa sull'obiettivo, lui è bravo a formulare sempre il suo pensiero. Lo fa fuori dal campo, lo fa soprattutto dentro. Anche per questo, prima di ogni cosa, il progetto è stato: tempo per capire, tempo per rispondere, tempo per lavorare. La prima porzione, proprio in termini di sudore e fatica, è dedicata interamente a Cristiano Ronaldo. Per lasciarsi comprendere è pronto a viaggiare in Grecia, dove ha intenzione di annusarsi immediatamente con il suo giocatore più forte. E lì sarà pure per dimostrare: lui è al servizio di tutti, e ora che la missione è vincere pure il tempo diventa un avversario.
IL PRIMO - Il primo giorno di Maurizio sarà diverso da quello di Sarri. Sarà un racconto che terrà solo per sé, l'uomo Maurizio, mentre un giorno potrà fare i conti della storia di Sarri senza quel condizionale incredibilmente ingombrante. Le ha passate tutte, del resto. Le ha viste, tutte. Ha visto i campi di fango e quelli di terra, ha visto il Bernabeu pieno (la sua squadra andarvi in vantaggio, proprio contro CR7) e poi il cielo calcistico quasi abbandonarsi ai suoi piedi. Le ha incrociate e affrontate, le storie del calcio. Ma oggi è un'altra cosa. E' la sua vittoria prima ancora di vincere. E' aver dimostrato a se stesso, direbbe lui, che i limiti sono veramente una cazzata.