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Se anche avete letto un solo tweet - o post - di qualcuno indignato per la spesa della Fiorentina per Kean, ecco che siete nel posto giusto. Se avete percepito un mezzo sentore, una punta di fastidio, quella sana paura che (solo) la Juventus sa incutere, allora confermiamo: siete proprio qui, dove dovevate essere. 

Siamo tutti sulla sponda del fiume, non aspettiamo il cadavere dei nemici, ma quel terrore che si urla e si sfoga prevalentemente sui social. Che pare già arrivato, a mercato non ancora iniziato. 

E' questa, la prima e grande vittoria. Non basterà. Però è sempre meglio che starsene così, inermi, nella storia del calcio. 

La Juve è la Juve, Giuntoli l'ha rimesso in chiaro. E l'ha fatto in un ambito in cui i bianconeri erano oggettivamente passi indietro rispetto ai competitor, quelle stesse uscite che a tratti si erano rivelate sanguinosissime e che oggi sono una piccola spinta verso un progetto più grande. L'assegno per Kean basterà per Thuram, intanto. Ma i vari addii dovranno poi finanziare ancora tanto altro, a partire dall'obiettivo Koopmeiners, che resta primario. 

Tempo al tempo: finora i dirigenti hanno dimostrato di meritarlo. E fino a questo momento, nonostante Di Gregorio e Douglas Luiz, in pochi avevano materialmente compreso il cambio di direzione drastico che la Juventus ha intrapreso. Da qui nasce di nuovo il rumore dei nemici, ormai non più brusio, battuta da bar, semplice grattacapo. Da qui nasce il primo passo verso il ritorno tanto agognato. 

Corsi e ricorsi che ci piace sempre ripescare, astenersi scaramantici: andò così anche nel 2011. Una rivoluzione illuminata da 101,83 milioni spesi (pure di riscatti) contro i 20 delle cessioni. Arrivarono 4 titolari e vento nuovo in panchina. Ricorda qualcosa? 



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