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Si può uscire da una competizione europea con il sorriso stampato in faccia? No, mai! E questo vale a maggior ragione se si indossa la maglia a strisce bianconere della Juventus. E guai se fosse altrimenti, perché l’obiettivo del club è sempre quello di tendere al miglioramento, a fare passi avanti senza mai guardarsi indietro.
 
Certo, magari nelle segrete stanze di Vinovo, tra una riunione tecnica e una cena per farsi gli auguri di Natale, la tensione si può allentare e un mezzo sorriso, anche se tirato, lo si può fare, ripensando al percorso europeo di quest’anno della Juventus Women. Di certo, già nel post Lione, non è mancato l’orgoglio: “Le campionesse d’Europa hanno dovuto cambiare modulo e hanno avuto paura, lo stesso ha fatto l’Arsenal e questo dice tanto”.
 
Oltre l’orgoglio, un paradosso: la partita contro il Lione è stata la migliore giocata dalla Juventus Women in Europa, ma ha certificato l’uscita dalla competizione. Il percorso europeo di quest’anno è stato migliore di quello dell’anno precedente, ma non è bastato per replicare l’accesso ai quarti. All’OL Parc, per ampi tratti di match, le bianconere hanno tenuto tra i piedi il pallino del gioco, a casa delle campionesse d’Europa: qualcosa di inimmaginabile fino a poco tempo fa. Ha dato l’impressione, la squadra di Montemurro, di essere arrivata in scia alle grandi squadre europee. Un’impressione che ha dato durante tutta la fase a gironi, tanto da avere il rammarico di non aver strappato una vittoria all’Allianz almeno in una delle due sfide contro le francesi o contro l’Arsenal. Un rammarico che può essere esclusiva di pochi club in tutto il continente, un rammarico che significa l’accesso nell’elite.
 
No, impossibile dimenticare quanto fatto l’anno precedente. La prestigiosissima vittoria in Germania contro il Wolfsburg, il pareggio a Londra contro il Chelsea, la vittoria a Torino contro il solito Lione. Non parliamo, però, in questo caso, di soli risultati, ma di impressioni, di quelle che fanno arrovellare il cervello dopo il fischio finale e che da osservatori sono la benzina affinché le dita si muovano sulla tastiera.
 
Nella stagione 2021/2022 fu l’entusiasmo, l’atteggiamento, la consapevolezza a trascinare la Juventus Women in Europa. A permetterle di fare risultato e passare il turno, di uscire dalle difficoltà, tenere botta quando le avversarie alzavano il baricentro e avere la forza dell’assalto finale. Quest’anno sono stati il gioco e il contributo di alcune singole – su tutte Beerensteyn -, a permettere alle bianconere di alzare ancora una volta l’asticella, al netto dell’uscita alla fase a gironi. Su questo piano, a giudizio di chi scrive, un solo passo indietro: la prima ora di gioco all'Emirates contro l'Arsenal.
 
Pazienza se è andata così, noi abbiamo il privilegio di poterlo dire. E lo diciamo con il sorriso in faccia, con la consapevolezza che i passi in avanti sono testimonianza di un progetto sano, che funziona, che ha ancora l’ambizione di stupire e assestarsi nell’Olimpo del calcio europeo.