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  • 'Il mio gioco non cambia'. E non è cambiato: la Juventus come il Bologna di Thiago. I numeri sono identici

    'Il mio gioco non cambia'. E non è cambiato: la Juventus come il Bologna di Thiago. I numeri sono identici

    • Cristiano Corbo
    C'è un filo rosso, ma più che un filo è un’idea, una filosofia, un modo di giocare. O, per dirla in termini moderni, una "proposta". Accettabile o meno, nel caso di Thiago Motta è stata rispedita al mittente. Il tecnico non si è mai piegato a ciò che rappresenta la Juventus, non ha mai fatto propria l'ossessione per la vittoria. Ha anteposto il suo credo calcistico alle difficoltà, ai momenti, alle dinamiche di un contesto completamente diverso da quello che aveva lasciato a Bologna. Ha provato a cambiare la Juventus più di quanto la Juventus potesse cambiare lui. Spoiler: non ci è riuscito.

    Il Bologna e la Juventus di Thiago Motta: perché sono simili


    È diventato la versione sbiadita di sé stesso. Dai sorrisi contagiosi di Bologna alla tensione costante dello Stadium, con le mani in tasca e lo sguardo fisso, come a cercare lucidità in un mare di incertezze. Numeri alla mano, può dire di non essersi tradito: ha proposto tutto sé stesso, ma tutto sé stesso non è bastato. Il possesso palla della sua Juventus è al 57%, quasi identico al 58% del suo Bologna. La Juve, come quel Bologna, attacca poco centralmente (26% contro il 23% rossoblù) e sfrutta gli esterni come fulcro della manovra, sempre sopra il 35% da entrambi i lati.

    In sostanza, Thiago Motta è questo. E non cambia, indipendentemente dal contesto, dai giocatori o dai 400 milioni di differenza nel valore delle due rose (da 252,2 milioni a 645,2 milioni secondo Transfermarkt). Il Bologna e la Juventus di Motta si assomigliano persino nelle statistiche: precisione passaggi nella propria metà campo (91,4% vs 91,8%), nell’altra metà (78% vs 79,5%), big chances create (+0,2 per la Juve), palle lunghe e cross (+0,7 per i bianconeri). Anche i numeri sui gol lo confermano: tra Bologna 2023-24 (38 partite) e Juventus tra Serie A e Champions (39 match), la differenza nelle reti segnate è di appena +3 per la Juve, mentre i rossoblù hanno subito 7 gol in meno.


    Non ha cambiato filosofia


    Motta l’aveva detto sin dalla vigilia del suo debutto con il Como: «La mia idea di calcio non cambierà da una parte all’altra». Allora sembrava una frase per sognatori, oggi suona come il manifesto di una rigidità che ha pagato caro. Convinto che il calcio che gli ha portato la Champions a Bologna fosse replicabile ovunque, ha scoperto il lato più spietato dell’intransigenza tattica.

    E adesso? Cambiare potrebbe essere troppo tardi. Ma, forse, il punto è un altro: Motta ha davvero voglia di cambiare? Nemmeno la storia della Juventus è riuscita a fargli cambiare idea.

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