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“Non sono in difficoltà, sto lavorando tanto per la squadra. Chi vuole vederlo lo vede, chi vuole non vuole mi critica come sempre. A me non interessa”. Parole pronunciate da chi è consapevole della bontà del lavoro che sta svolgendo, nonostante il digiuno dal gol abbia portato più critiche del previsto. Ma ieri, contro il Genoa, è arrivato e Alvaro Morata, galvanizzato dalla gioia personale, ha pronunciato queste frasi nel mezzo della partita, a fine primo tempo. Quando la macchina è a secco, l’iniezione di benzina per un attaccante coincide sempre con il gol, linfa vitale che garantisce serenità e fiducia. La quarta marcatura personale in campionato nel 2021 dello spagnolo deve essere la miccia per un’esplosione finale, perché tutti sono sotto osservazione.

IL FUTURO NELLE SUE MANI - Paratici è stato chiaro prima della partita: “Ci puntiamo”. Un attestato di stima per il presente e per il futuro, che in realtà Morata deve ancora assicurarsi. Non solo perché la Juve sta attraversando un periodo storico di rifondazione in cui lui è incluso, ma anche per come è stato progettato il suo ritorno a Torino. Morata è sbarcato all’ombra della Mole in prestito annuale dall’Atletico Madrid per 10 milioni di euro, con diritto di riscatto fissato a 45 milioni. Inoltre, la dirigenza bianconera ha la facoltà di prolungare il prestito per un altro anno alla stessa cifra (altri 10 milioni), che ridurrebbe di pari importo l’opzione di acquisto finale (35 milioni). Per l’appunto, le basi su cui è stata condotta l’operazione pongono Morata sotto una costante lente di ingrandimento: lui solo può convincere la Juve, sia per il prolungamento del prestito che per il riscatto finale. Molto più probabile la prima opzione, anche se non scontata. Il futuro è da guadagnare, con un ‘rivale’ aggiunto a scomodarlo dalle gerarchie degli ultimi mesi.

LA CONCORRENZA DI DYBALA - Ultimamente, Morata si è trovato costantemente al fianco di Cristiano Ronaldo, sostituito talvolta da Kulusevski, esperimento di Pirlo che non ha dato gli effetti sperati. Adesso, però, il competitor ha una caratura maggiore e si chiama Paulo Dybala, rilanciatosi dopo tre mesi ai box con il gol al Napoli. Sarà la Joya a contendergli il posto, di partita in partita. Di conseguenza lo spazio per incidere sarà ridotto, come il margine di errore da qui fino al termine del campionato. Morata ha una certezza, è tornato a Torino per restarci, non di passaggio come nella sua prima esperienza. Solo lui può facilitare le valutazioni di mercato di Fabio Paratici e dei suoi uomini, impegnati su altri fronti bollenti, come quelli che riguardano Cristiano Ronaldo e lo stesso Dybala.