C’è però un lato oscuro in questo fuoriclasse che tante volte ha dimostrato intelligenza e sensibilità, oltre che personalità e coraggio. Capita, nemmeno troppo raramente, che perda il controllo di se stesso e abbia comportamenti che potremmo serenamente definire inqualificabili. E’ successo in passato, quando era un ragazzo: nel 1999 si presentò ai microfoni della Rai con il motto fascista “Boia chi molla” sulla t-shirt, poco dopo scelse l’88 come numero di maglia nel Parma (significa Heil Hitler, lui giura che non lo sapeva). Il guaio è che, con il passare del tempo, le uscite a vuoto di Buffon non sono diminuite. Basti pensare al clamoroso sfogo contro l’arbitro dopo un famoso Real-Juve di Champions, che gli è costato una lunga squalifica dalla Uefa. Per finire con la bestemmia chiaramente udita in occasione della gara contro il Parma, per la quale è stato graziato dal Giudice sportivo.
Alla soglia dei 43 anni, Buffon appare ancora come un eterno bambino che si mette sempre nei guai. Eppure dovrebbe avere imparato a controllarsi e a gestire le emozioni. Macché: non finisce mai di sorprenderci. In positivo, però anche in negativo.
@steagresti