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Dopo la vanità, che spinge gli esseri umani ai gesti più scellerati, è certamente l’invidia il peccato capitale più indecente. Ed è proprio questo sentimento innaturale e un tantino diabolico che ha caratterizzato le reazioni della piazza rispetto alla lettera d’amore e di stima che Ambra Angolini ha voluto scrivere e rendere pubblica al suo compagno Massimiliano Allegri. Parole dettate dal cuore e sostenute dalla consapevolezza di aver trovato, finalmente, un punto di riferimento importante e così forte da apparire persino strano se inserito nel mutevole e capriccioso mondo dello spettacolo del quale anche il calcio fa parte e nel quale riuscire a fare “coppia fissa e fedele” è avvenimento piuttosto raro.


Evidentemente questo tipo di felicità dichiarata senza riserve da due persone belle, ricche e famose provoca attacchi di fastidiosa orticaria a tutti coloro i quali, nel loro piccolo o nel loro grande, si sentono tagliati fuori dalla sana e solidale normalità di un rapporto a due dove non volano gli stracci ma ci si appoggia l’uno all’altra con la necessaria complicità. Il fatto che Ambra abbia inteso intervenire con una certa forza nella separazione tra la Juventus e quello che lei, con un pizzico di ironia, definisce il suo "mister" non ha voluto rappresentare nessuna invasione di campo nelle vicende tecniche o professionali del compagno, come sostengono i malpensanti. Ambra può o meno “capire di calcio”, non lo so, ma certamente capisce di rapporti umani. Sicché l’intenzione dell’attrice è stata semplicemente quella di “disegnare” per l’opinione pubblica la figura dell’uomo Allegri per quello che veramente è e a vantaggio di coloro che non hanno mai voluto capire chi fosse anche oltre la professione.


L’accostamento, azzardato e stucchevole, che in molti hanno voluto fare tra Ambra Angiolini e Wanda Nara non ha alcun senso. La prima non ha minimamente sfiorato il tema del “fine rapporto” limitandosi a parlare di “esonero” in piena regola. Cosa che tra l’altro è assolutamente vera. La seconda, un giorno sì e l’altro pure, interviene con l’autorità di una manager non per dire chi è l’uomo Icardi ma per spiegare con tabelle contrattuali alla mano che cosa farà o dovrebbe fare il calciatore Icardi. E, ovviamente, ogni volta cambia versione a seconda di come tira il vento. Di Ambra e di Wanda si parla come di due "first lady". Francamente a me pare che ce ne sia una sola.