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Il confronto e la gestione: come ripartono i giocatori finiti nel mirino delle critiche di Tudor
Il tono si è alzato, senza giri di parole. Igor Tudor ha abbandonato la diplomazia dei primi giorni per passare a un approccio più diretto, quasi spigoloso. Dalla carota al bastone. Perché si è sentito tradito. Aveva scelto di inserire quattro, poi cinque cambi di spessore – l’ultimo, Savona – per dare nuova linfa a una Juventus che stava progressivamente perdendo brillantezza e gamba. Ma in cambio non ha ricevuto quasi nulla. Come troppe volte in questa stagione segnata da una costante: l’ego ha prevalso sul collettivo, l’io ha messo in ombra il noi. Una dinamica quasi inevitabile quando la squadra è costruita su equilibri fragili, tra prestiti, rinnovi congelati e gerarchie mai veramente chiare.
Ora Kolo Muani, Conceição, Cambiaso e Weah si trovano sotto la lente di tutti. Dell’allenatore, certo, ma anche dell’ambiente, che osserva e giudica.
Il confronto e le regole di Tudor
Tudor ha scelto la via del confronto immediato. Nessuna zona grigia, nessuna ambiguità: servono attenzione, rigore, spirito di sacrificio. Perché nulla è ancora risolto, anzi. La stagione della Juventus è stata una corsa ad ostacoli, un susseguirsi di piccoli incendi lasciati bruciare troppo a lungo, che nei momenti decisivi si sono trasformati in vere e proprie crisi. È stato il grande dramma di Thiago Motta, e rischiava di diventare un vortice capace di risucchiare tutto il progetto.
Ecco allora la scelta del nuovo tecnico: intervenire subito, non per punire, ma per riportare tutti su una linea di attenzione e responsabilità. Parlare chiaro per evitare che il gruppo si illuda di avere tutto sotto controllo, quando invece c’è ancora molto da dimostrare.
Come saranno gestiti
Ci saranno punizioni o esclusioni immediate? No. Al contrario: Tudor continua a pensare a Cambiaso come possibile sostituto di McKennie, qualora l’americano non ce la facesse per il Parma. Weah potrebbe giocarsi le sue carte, con Nico Gonzalez più avanzato, nel caso in cui mancasse Koopmeiners. Insomma, si riparte. Senza processi, ma con un messaggio inequivocabile: una partita a settimana significa che ognuno deve dare il massimo. “C’è gente forte”, come ha detto l’allenatore. E proprio per questo, nessuno è intoccabile. Le gerarchie si conquistano, non si ereditano.
Dare tutto è la prima voce nella lista delle richieste tecnico-tattiche. E chi non è allineato rischia di restare indietro.
E il futuro? Tutto da scrivere
In questo contesto si inseriscono inevitabilmente le riflessioni sul futuro. Che ne sarà di Kolo Muani, di Conceição, dello stesso Cambiaso? Le risposte, oggi, non possono essere definitive. Il presente è nelle mani di Tudor, ma tra qualche settimana gli scenari potrebbero cambiare. Molto dipenderà dalla scelta della prossima guida tecnica. E anche dalle dinamiche di mercato.
Chi è in prestito potrebbe non rientrare nei piani. Chi ha un valore in crescita – come Cambiaso – potrebbe essere sacrificato in nome di un’offerta importante. La Juve, come sempre, ascolterà. Ma solo davanti alla proposta giusta. Giusta per tutti, soprattutto per il progetto.
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