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Juan Cuadrado, la garanzia di Allegri, di Sarri e di Pirlo. Giustamente esaltato come uno dei leader della Juventus, giocatore dall'apporto spesso sottovalutato e bianconero più utilizzato del 2020 dopo l'intoccabile Ronaldo. Ieri però la sconfitta porta in buona parte il suo nome. Perché dopo il vantaggio di Vlahovic c'era tutto il tempo per recuperare, ma l'espulsione (sacrosanta, al di là degli episodi successivi) dettata dalla sua eccessiva irruenza su Castrovilli ha gambizzato la reazione juventina.

Cuadrado è maturato molto da quando è alla Juve. La gestione allegriana soprattutto lo ha reso il signore della fascia destra, in grado di aggiungere piena affidabilità ai suoi guizzi offensivi congeniti. Ieri sera all'Allianz Stadium, però, il fantasma della sua "allegra spensieratezza" passata si è impadronito di lui e su quella palla troppo lunga ha (non) pensato bene di entrare in quel modo.

Se anche un totem come Cuadrado ha "tradito" Andrea Pirlo, significa proprio che il martedì 22 dicembre che ci siamo lasciati alle spalle, sgocciolo di un 2020 ancor più da lasciarci alle spalle, è stata una giornata nera, nerissima per la Juventus. Dove tutto doveva girare male. La Juve chiude questo anno solare proprio come Cuadrado: scivolando malamente dopo aver mostrato belle cose.