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Beppe Iachini, ex allenatore di Dybala e Vlahovic tra Palermo e Fiorentina, ha parlato alla Gazzetta del duo: "È un peccato perché, in questi mesi, hanno dimostrato di trovarsi bene. Ci ho lavorato quando erano ragazzini, oggi sono entrambi titolari con Allegri. Mi sarebbe piaciuto vederli ancora lì, ma il calcio è fatto così: a volte, c’è bisogno di fare un passo avanti”.

LI SENTE - “Sì, non succede soltanto con me ma anche con i componenti del mio staff. Con Dybala ci siamo incrociati in campo, ma a volte abbiamo anche parlato via sms. Nel corso della mia carriera, ho instaurato un bel rapporto con i ragazzi. È bello vederli crescere e migliorare nel tempo”.

DYBALA - “Queste cose nel calcio succedono, alla Juve lo sanno bene. Anni fa, i bianconeri hanno costruito una squadra vincente acquistando campioni a parametro zero. Non c’è nulla di diverso rispetto a quanto accaduto con Paulo, che ora troverà una nuova sistemazione. Ciò che conta, è che a Torino sia riuscito a lasciare un ottimo ricordo, facendo sì che tutti apprezzassero le sue doti: il saluto riservatogli dallo Stadium ne è la dimostrazione”.

PERCHE' - “Io credo che Paulo abbia sempre dato il suo contributo, fatta eccezione per i periodi in cui non è sceso in campo per via di alcuni infortuni. Quando giochi in un club come la Juventus, i concorrenti per una maglia da titolare sono tanti e forti. In più, la squadra gioca cinquanta partite all’anno: è difficile fare la differenza ogni settimana…”.

VLAHOVIC - “Ha segnato qualche gol, però non dobbiamo dimenticarci che si tratta di un ragazzo giovanissimo, alla prima esperienza in una big. Consiglio a Dusan di stare sereno, perché so quanto sia ambizioso e come cerchi di migliorarsi giorno dopo giorno. Questi sei mesi gli sono serviti per ambientarsi, conoscere la società, i compagni e il nuovo allenatore. Già il prossimo anno, Vlahovic sarà decisivo per la Juventus”.

FAME - “Può diventare un top-player e vincere tanto, ma non lo scopriamo oggi. Già a 18 anni, si distingueva dagli altri per fame di gol e personalità. Lavora duro quotidianamente, per fare sempre un passo avanti verso l’obiettivo finale. Per tutti gli atleti, trovare la giusta impostazione mentale è essenziale: Vlahovic parte avvantaggiato, perché ha capito molto presto come comportarsi”.