LI SENTE - “Sì, non succede soltanto con me ma anche con i componenti del mio staff. Con Dybala ci siamo incrociati in campo, ma a volte abbiamo anche parlato via sms. Nel corso della mia carriera, ho instaurato un bel rapporto con i ragazzi. È bello vederli crescere e migliorare nel tempo”.
DYBALA - “Queste cose nel calcio succedono, alla Juve lo sanno bene. Anni fa, i bianconeri hanno costruito una squadra vincente acquistando campioni a parametro zero. Non c’è nulla di diverso rispetto a quanto accaduto con Paulo, che ora troverà una nuova sistemazione. Ciò che conta, è che a Torino sia riuscito a lasciare un ottimo ricordo, facendo sì che tutti apprezzassero le sue doti: il saluto riservatogli dallo Stadium ne è la dimostrazione”.
PERCHE' - “Io credo che Paulo abbia sempre dato il suo contributo, fatta eccezione per i periodi in cui non è sceso in campo per via di alcuni infortuni. Quando giochi in un club come la Juventus, i concorrenti per una maglia da titolare sono tanti e forti. In più, la squadra gioca cinquanta partite all’anno: è difficile fare la differenza ogni settimana…”.
VLAHOVIC - “Ha segnato qualche gol, però non dobbiamo dimenticarci che si tratta di un ragazzo giovanissimo, alla prima esperienza in una big. Consiglio a Dusan di stare sereno, perché so quanto sia ambizioso e come cerchi di migliorarsi giorno dopo giorno. Questi sei mesi gli sono serviti per ambientarsi, conoscere la società, i compagni e il nuovo allenatore. Già il prossimo anno, Vlahovic sarà decisivo per la Juventus”.
FAME - “Può diventare un top-player e vincere tanto, ma non lo scopriamo oggi. Già a 18 anni, si distingueva dagli altri per fame di gol e personalità. Lavora duro quotidianamente, per fare sempre un passo avanti verso l’obiettivo finale. Per tutti gli atleti, trovare la giusta impostazione mentale è essenziale: Vlahovic parte avvantaggiato, perché ha capito molto presto come comportarsi”.